Due delle caratteristiche che contraddistinguono sin dagli esordi i Lujuria sono senz'altro il divertimento e l'ironia che mettono nella propria musica. Non che sul piano musicale abbiano mai apportato grosse sterzate alla linea intrapresa più di dieci anni fa. Heavy Rock grezzo, energico e cantato in spagnolo dalla voce roca e graffiante, ma non particolarmente dotata, di Oscar Sancho. Questo è quello che ritroviamo sul loro quinto album. Qualche caduta di tono ("Dejad Que Los Ninos Se Acerquen A Mi", "Priapo..." o il lentone "Cadena Perpetua Lejos De Ti") fa il paio con pezzi più riusciti come l'opener "Mozart Y Salieri" o la veloce "Traidor", mentre il resto dei brani stenta a decollare. Spiccano invece qua e là inserti di vario tipo che vanno ad arricchire le canzoni, come quelli di musica classica ("Rondo ala Turca" e altri su "Mozart Y Salieri") o la marcia funebre su "Levàntate Y Anda", brano caratterizzato da delle keyboard anni '80. Non mancano alcuni guests, come Elisa (ex Dark Moor) su "Sòlo Son Rosas", anche se in realtà nemmeno la brava cantante riesce a dare al pezzo il guizzo vincente. Mi sembra poi di riconoscere Ángel dei Tierra Santa (di certo presente sull'album ai cori) nelle prime strofe di "Las Orgias De Ramses El Grande", un altro pezzo che inizia bene, per perdersi quasi subito. Questo è anche il momento di ricordare che i Lujuria hanno sempre calcato la mano sull'argomento "sesso", sia nelle liriche sia per le copertine (sbirciare per credere...), oppure vi aspettavate testi filosofici da titoli come "Las Orgias De Ramses El Grande" o "Priapo (El Canon Humano)?
Tuttavia, nonostante i vari tentativi, perdura la poca originalità e non spunta nessuna novità di rilievo: solo tanta passione... basterà?
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?