A distanza di 5 anni dal precedente “
Demo(n)cracy”, il ritorno dei
Kiju è davvero una bella notizia e il nuovo “
Ignite The Revolt” mette subito in chiaro che loro hanno ancora voglia di suonare musica incendiaria.
Infatti dopo l’intro, chiamata significativamente “
(Spark)”, ovvero scintilla, si parte subito forte con la title-track, “
Ignite The Revolt”, un pezzo cattivissimo, pesante, quadrato, con il singer perennemente in overdrive, e un suono massiccio come una trave di cemento armato.
In effetti il tempo sembra non essere passato per la band fiorentina, ancora piena di rabbia e livore, anzi, possibilmente, ancora di più, perché questo nuovo disco, a differenza del precedente, sembra abbia meno fronzoli e sia più diretto.
La band unisce alla perfezione la potenza del thrash metal e l’urgenza invereconda dell’hardcore, come dimostra “
New World Oblivion”, un pezzo ancora una volta con l’acceleratore a tavoletta.
Non hanno voglia di scherzare i
Kiju, e ogni canzone ne è dimostrazione. La band mette in fila, una dopo l’altra, nove schegge di ultraviolenza sonora, senza se e senza ma.
È confortante sapere che, almeno Italia, ci sono bands che sanno ancora come far male. L’unica concessione avviene in “
Breathe Or Suffocate/Resurrection”, dove c’è un break con voce femminile e chitarra liquida, il quale, tuttavia, dura pochi secondi.
La band si esprime su distanze medio/corte, quasi mai andando oltre i tre minuti e mezzo per canzone, epperò, a parere di chi scrive, le cose migliori la band le mostra sulla canzone più lunga, “
Clouds Start To Burn”, di ben 5 minuti. Diluendo la rabbia se ne apprezza anche la tensione che la sorregge, e l’intensità diventa un magma lento che opprime, soffoca, preme, finendo per divenire insopportabile. Sembra davvero di respirare il vento teso della rivolta, e se ne apprezza ancora di più l’eco perché è seguita dalla devastante “
J.J. Snowballin’”, un pezzo davvero eccitante, che manda fuori di testa.
Avere asciugato il suono, pur senza banalizzarlo o impoverirlo, fa dei
Kiju una band magari meno personale, ma sicuramente tremendamente efficace.
In Italia oggi, forse, nessuno suona come i
Kiju, nessuno con la loro convinzione. Monolitici.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?