“
Jupiter Temple” era stato annunciato dall’interlocutorio promo 2009, in relazione al quale avevo già espresso delle perplessità che, tuttavia, data la brevità del materiale a disposizione, non permettevano di dare un giudizio compìto.
Adesso il material c’è ed è anche abbondante, 12 canzoni per 46 minuti.
Marco Kehren non è un novellino, la sua storia musicale parla per lui, eppure, nonostante la grande esperienza accumulata nel corso degli anni, non sembra molto a proprio agio con le sonorità che vorrebbe proporre con il progetto
Nihil Novi Sub Sole.
Parliamo di musica ambient, dai toni oscuri, infettata dai germi dell’industrial marziale, con riflessi di folk apocalittico, con gli immancabili contorni di samples con discorsi in tedesco risalenti alla seconda guerra mondiale e chincaglieria guerresca assortita.
Al di là dei cliches, che abbondano nel progetto
Nihil Novi Sub Sole, quel che manca è proprio il feeling alle composizioni. Quando nell’info sheet allegata leggo che il nostro si rifà a gente come
Triarii, il discorso del feeling acquista subito un contorno definito.
Ciò che nella musica di
Triarii è magniloquenza, è epicità, diventa noia e mediocrità in
Marco Kehren, laddove non c’è il respiro della storia e rendere le composizioni quasi eterne.
Marco Kehren sembra tanto uno prestato a questo genere, uno che ci prova, ma non riesce. Perché non basta fare dei patterns sintetici e quadrati per suonare musica marziale, anche se si scimmiottano tamburi di guerra, come nel caso di “
Walking Over Mother Disease”.
Il giudizio finale su questo disco è che lo stesso è ampiamente trascurabile, e, nomen omen, rappresenta davvero nulla di nuovo sotto il sole.
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