Molti gruppi grind in genere sono soliti divagare verso lidi se non demenziali quanto meno irriverenti e ironici come è il caso ad esempio di band come gli
Anal Cunt o gli
Agoraphobic Nosebleed. I
Benumb giungono al terzo full lenght e vi assicuro che non hanno alcuna voglia di scherzare anzi, sono tremendamente seri e incazzati.
Nessuna divagazione stilistica e proto-intellettualoide ma solo un fottuto, devastante e accecante assalto grindcore, di quello originario, ovvero incentrato su anthems di rivolta e sovversione. L’incazzamento e la rabbia che la voce di
Pete Ponitkoff trasmette sono davvero palpabili, quasi a ricordarci che la musica è, prima di tutto, una questione seria e che non importa quante copie vendi, ma l’importante è quello che dici e come lo dici, anche se fosse alla velocità della luce. In effetti le bordate grindcore della band californiana sono scaglie lancinanti che si conficcano nella corteccia cerebrale e la riducono a sanguinanti brandelli. Per fortuna che il disco dura meno di mezzora, una manciata di minuti vissuta ai limiti della relatività einsteiniana con un batterista furibondo abile, oltre che ad accelerare impietosamente, anche a dare il la a rallentamenti e cambi di tempo mostruosi che scorticheranno la vostra pelle e metteranno a nudo i vostri nervi.
Se volete devastarvi fate vostro questo disco e giocatevi i pochi neuroni rimastivi. I Morbid Angel
erano soliti dire: “
Extreme Music For Extreme People”…chissà cosa direbbero adesso se ascoltassero i Benumb…
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