Intrigante artwork per il primo album dei francesi
Moray Firth, uscito nel 2007 ma tuttora in promozione. E curiosa l’origine del monicker, a cui pare corrispondere una zona costiera della Scozia prediletta da delfini ed altri cetacei… Scenari nordici, le parole “paradigm shift” nel titolo… cosa vi aspettate da questa band? Li ho inseriti nel filone progressive metal solo per comodità, in quanto i nostri suonano una miscela di prog, death e metal, simili ai primi In Flames (e figurati se mancava una canzone con Jester nel titolo!), ma in una miscela un po’ diversa: qui la base musicale è quasi completamente prog metal, mentre le vocals sono al 99% death. Risultato strano, a volte venato di gothic, ma penalizzato da una produzione davvero bruttina, soprattutto per quanto riguarda la batteria, che ci regala dei suoni che manco Lars Ulrich ai bei tempi (vabbè, non esageriamo, quella era imbattibile!).
Mi è molto piaciuta la dilatata ed eterea “
Of Vampires and Men”, molto Opeth nella curiosa commistione di sussurri e potenza; peccato, come sempre, per dei suoni di batteria a dir poco osceni… E peccato anche per la triste somiglianza dei brani, fatti per scivolare uno via l’altro, senza moltissimo mordente, fatta salva la dedizione dei Moray Firth alla causa.
Una band da rivedere al prossimo appuntamento; nel frattempo, si consiglia la fucilazione per il fonico e/o chi ha fatto il master. Certi errori, nel 2010, sono facilmente evitabili.
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