Il Black Metal, e con esso tutte le sue divagazioni possibili, non conosce più confini geografici, li sorpassa e li annulla alla velocità della luce, come nel caso di questi
Midnight Odyssey. Dopo gli assalti grezzi e beceri dei Destroyer 666 è arrivato il momento di tuffarsi in una spirale di depressione nera e senza speranze, e in questo caso un disco come
Firmament è proprio quello che ci serve, grazie al suo Ambient Black Metal che tanto ricorda certe sperimentazioni dei DarkSpace, Nargaroth e Vinterriket. Le canzoni sono tutte molto lunghe e dalla struttura dilatata, oserei dire quasi liquida, soprattutto nel momento in cui le tastiere prendono il sopravvento stendendo tappeti sonori evocativi e al tempo stesso oscuri e tenebrosi. Lo stesso discorso lo si può fare anche quando la componente prettamente Black Metal inizia a scalpitare con quei riff taglienti e quando lo screaming lontano e mortifero del singer inizia a declamare i suoi versi. Come già detto ad inizio recensione questo Firmament è composto da brani molto lunghi, quasi tutti superano tranquillamente i sette minuti di durata, e questo è alquanto scontato che rende la fruibilità dell'ascolto non proprio una cosa da niente, figuriamoci se poi non siete degli appassionati del genere, si trasforma tutto in un vero e proprio dramma. Ad essere onesti ci sarebbe qualche angolo da smussare, ma con una quantità simile di musica è anche normale, per non parlare del fatto che si è ancora all'esordio, e c'è tutto il tempo per evolversi e perfezionarsi.
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