Non sono certo io a dovervi dire quanto la scena polacca sia tra le più floride e valide attualmente in tutta Europa, e non solo in campo estremissimo, dove band come Vader, Decapitated, Behemoth, o Infernal War spopolano, ma anche in ambiti leggermente più abbordabili. E il primo riff del quarto cd dei
Virgin Snatch, arrivato qui in redazione solo due anni dopo la sua uscita, mi ha fatto ben sperare da subito rispetto alla bontà della proposta dei nostri. Peccato però che le cose poi non sono andate del tutto per il verso giusto. Ma dico io, proprio perché oggi come oggi la scena polacca è diventata quello a cui accennavo poco fa, possibile che non siano stati in grado di trovare un singer all’altezza della musica proposta? È vero sì che il thrash di “Act of grace” è solo in parte debitore nei confronti dei grandi del passato, visto che spesso e volentieri spuntano fuori soluzioni più legate a sonorità moderne e a un certo tipo di groove thrash, ma sant’iddio la voce di Lukasz “Zielony” Zielinski rovina davvero tutto, così moderna, filtrata e ‘urlata’ com’è. Ed è un peccato, davvero, perché musicalmente i Virgin Snatch non sono affatto male, anche se, ad onor del vero, non tutto l’album si mantiene sui livelli buoni delle prime tracce, visto che dopo un po’ i riff tendono ad assomigliarsi tutti un po’ troppo, e quindi un po’ di noia sopraggiunge verso il finale. E se è vero, come ho detto, che spesso e volentieri le sfuriate più propriamente thrash vengono bruscamente interrotte da parti più melodiche e moderne, quasi ai limiti del metalcore più becero, è un peccato veniale che si può perdonare al gruppo di Cracovia, in quanto non va a snaturare più di tanto il sound generale dell’album. Disco, peraltro, suonato magistralmente dai nostri, e prodotto altrettanto bene, con un sound potentissimo che mette ben in evidenza sia le chitarre che l’ottima sezione ritmica. E questi ultimi due fattori non fanno altro che confermare quanto sia all’avanguardia il metal, attualmente, nella nazione est europea. Da segnalare, tra i brani migliori, sicuramente la titletrack, posta non a caso in apertura, e la successiva “Slap in the face”, così come “M.A.D. (make a donation)” e “Walk the line”. Come ho detto, purtroppo, c’è anche qualche ombra, per lo più imputabile alle parti vocali pulite di Zielinski, che non riesce a convincere neanche quando scimmiotta il ben più dotato e carismatico Chuck Billy, a cui chiaramente si ispira per le parti più aggressive, e che rende il tutto troppo monocorde e statico. Insomma, un disastro quasi totale… Concludendo, se i Virgin Snatch trovano un nuovo singer e concentrano i loro sforzi su un thrash di stampo più vecchio e aggressivo sono sicuro che nel prossimo disco ce ne faranno sentire delle belle…
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