Devo sinceramente ammettere di non aver mai sentito parlare dei
Jack Slater, prima di prendere in mano questo loro quarto album ufficiale. Ebbene, dopo aver ascoltato questi 35 minuti scarsi di ottimo death metal, un po' mi pento di non averli scoperti prima: il gruppo tedesco riesce a rendersi autore di un death metal interessante, tecnico, sufficientemente vario ma anche feroce e devastante dove serve. La quadratura del cerchio, insomma.
In "Extinction Aftermath" convivono schegge impazzite come "Happy Hour", vicina al grindcore, accanto a brani più "ragionati" come "Pheromon", la title track o lo strumentale "4 8 15 16 23 42", ma il livello esecutivo della band rimane sempre sopra le righe, grazie a frequenti cambi di tempo e un lavoro mostruoso in fase ritmica e soprattutto solista. I due chitarristi, Kevin e Robert, sono capaci di snocciolare con tranquillità una serie di assoli ultra tecnici insieme ad altrettanti riff tritaossa, ben coadiuvati da David alla batteria e Chris al basso, sempre intenti a rincorrersi con passaggi non sempre scontati e comunque, per nulla semplici. Su tutti, la voce da licantropo di Horn, aggressiva al punto giusto e adattissima al genere proposto.
In poche parole, un album da avere se siete appassionati di metal estremo ma non banale; un album che, in tutta onestà, si presenta meglio di tante altre proposte ben più blasonate e inoltre, si fregia di una produzione di prima categoria, altro aspetto assolutamente positivo.
Di seguito, il video ufficiale per il brano "Martyr":
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