Io su metal.it sono abituato a parlare di musica. Quindi, sebbene io sia d’accordo con un buon 99% delle cose che il caro Pino ci racconta ogni settimana in diversi programmi radiotelevisivi e attraverso i suoi testi, manterrò le mie opinioni personali là dove devono stare e in questa recensione parlerò solo di musica. Musica con la M maiuscola: un rock and roll sincero, diretto, esplosivo, che ti aggredisce senza pietà per tutte le 11 tracce del disco, senza lasciare un attimo di respiro. Guidato da ospiti eccellenti e da una band con gli attributi quadrati (Steve Volta alla chitarra, Frank Kopo al basso e Marco Di Salvia alla batteria), questo lavoro rappresenta l’ennesimo esempio di come il rock tricolore abbia davvero tanto da dire.
Si parte con
Quore Di Rock ‘N’ Roll, dove il titolo già dice tutto: rock and roll dei più classici, semplice ed efficace. Poi è il turno di
Morta E’ La Città, tra le migliori del disco, veloce e potente, guidata da uno splendido riff e dalla chitarra di Kee Marcello.
Gli Arbitri Ti Picchiano vede la partecipazione di Caparezza alla voce e, come tutte le collaborazioni di questo tipo, è un pezzo non incasellabile in un genere preciso. Scelta come primo singolo, in effetti devo dire che risulta davvero efficace e dopo un paio di ascolti è già saldamente piantata in testa. Un rock and roll moderno e prepotente domina anche le successive
Pronista e
Tempi Lunghi, mentre
Soldatini Di Pongo è una sofferta ballad, dedicata ai bambini soldato: grande testo e grande assolo. Si torna a correre con
Stage Degli Innocenti e
Maldido Street, due sassate in bocca che secondo me basterebbero da sole a zittire tutti i detrattori di Mr. Scotto. Si rallenta un po’ con
Che Figlio Di Maria, che ci regala un ritornello pronto a fare sfracelli dal vivo, mentre dopo uno strumentale tributo al blues in
Blues On (chitarra acustica e armonica che si rincorrono per circa un minuto) è già ora di salutare il disco con la conclusiva
Diatribal Rock: altra mazzata hard rock con una splendida chitarra in grande spolvero.
Non è il disco del secolo, ma è un lavoro ottimo, onesto, ben suonato e ben registrato, che non può lasciare indifferenti gli amanti dell’hard rock. Pino Scotto a mio parere non ha mai fallito un album, né da solo né con Vanadium e Firetrails. Se poi penso a quanto siano devastanti le performance live del singer napoletano e della sua band, allora posso dirlo senza paura di sbagliarmi: a mio parere Pino Scotto rappresenta un pezzo di storia della musica che amo, esattamente al pari di tanti altri che abitano al di là della manica o al di là dell’oceano. Mi dispiace davvero per chi si lascerà ingannare dalle apparenze e non si fermerà ad ascoltare questo album, perché se è vero che quando parla divide, è altrettanto vero che, quando scrive dischi così, Scotto non può fare altro che riunire tutti quanti noi nel nome del rock and roll.
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