Copertina 7

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2003
Durata:61 min.
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. SPELLS & ELIXIRS
  2. STILL ALIVE
  3. IT'S TIME
  4. UP TO HEAVEN'S GATE
  5. HOLD ON TO YOUR DREAMS
  6. A MEETING IN THE MIST
  7. PASSAGE
  8. EMPTY SKIES
  9. NAMELESS SON CHAPTER I: THE AWAKENING
  10. NAMELESS SON CHAPTER II: THE FALLING STAR

Line up

  • Ramon Messina: vocals
  • Séverin Bonneville: guitars
  • Arnaud Ménard: guitars
  • Denis Mellion: bass
  • Arnaud Gorbaty: drums

Voto medio utenti

Gli Alkemyst sono un gruppo decisamente sfortunato: questi quattro ragazzi francesi, nati negli anni novanta come “Endless”, furono costretti a cambiar nome perchè il monicker era già utilizzato da un altro gruppo. Dopo aver registrato un demo di buon successo ed essersi fatti le ossa dal vivo con numerosi concerti, gli Alkemyst si separarono dal loro cantante e dopo aver cercato con scarsi esiti un sostituto in Francia, decisero di reclutare Roberto “Ramon” Messina dei Secret Sphere. Con la line-up al completo fu possibile registrare il debut album nell'estate del 2001. Purtroppo un problema di carattere informatico causò la perdita di quasi ogni canzone ed il gruppo decise di usare le poche track che si erano salvate per un nuovo demo, che gli permise di vincere il concorso di RockHard France per band emergenti. Il disco venne registrato di nuovo l'estate successiva, e fortunatamente questa volta non capitò alcun problema. “Meeting in the Mist”, questo il titolo dell'album, miscela sonorità helloweeniane con riff thrasheggianti e soluzioni tipicamente progressive, ottenendo risultati più che soddisfacenti. Terminata la ormai “obbligatoria” intro (“Spells & Elixirs”), si parte alla grande con la convincente “Still Alive”, epica e potente, con un buon uso dei cori che si alternano al cantato di Ramon. Segue la incalzante “It's Time”, forte di un ritornello azzeccatissimo e di un assolo di chitarra che mette in luce la classe della coppia Ménard – Bonneville. Va citata anche la bella title-track, caratterizzata da sonorità acustiche e da un'atmosfera estremamente rilassata ed evocativa che ben rende l'idea di trovarsi circondati dalla nebbia. Il disco si conclude con la suite “Nameless Son”, divisa in tre parti: l'ultima è una ghost track pazzoide, dove muggiti, miagolii, urla, clacson (e chi più ne ha più ne metta) si inseguono su una base di tastiera volutamente ridicola. Nonostante la prima parte dell'album sia decisamente buona, la qualità delle canzoni va lievemente calando sul finire del disco. Eccellente la prestazione di Ramon, così come è sorprendente il tasso tecnico del gruppo, nettamente superiore alla media delle comuni uscite del settore; la produzione è globalmente buona, se si esclude un suono di batteria migliorabile. Mi è venuto naturale confrontare questa uscita con i dischi degli Heavenly, che come gli Alkemyst sono francesi e suonano questo genere: sicuramente “Meeting in the Mist” offre qualcosa in più dei due album degli Heavenly, specialmente dal punto di vista della varietà nel songwriting e dell'originalità delle composizioni. Questo disco è un ottimo debutto per gli Alkemyst, che mettono in luce una buona personalità e dei grandi margini di miglioramento. Sperando che il prossimo disco abbia una gestazione meno travagliata, il meno che possiamo fare è attendere fiduciosi un seguito della stessa qualità.
Recensione a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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