Copertina 7

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2003
Durata:58 min.
Etichetta:Limb
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. THE SCENT OF DARKNESS
  2. GUIDING STAR
  3. DEVILISH LOLITA
  4. ENDLESS CRUSADE
  5. PRAYER
  6. CRIMSON WINTER SUNRISE
  7. NEAR DARK
  8. PRELUDE
  9. WHEEL OF FATE
  10. VOICES
  11. RAGE OF THE ARMADA
  12. TRIBAL DANCE
  13. VERMILION LAKE

Line up

  • Dirk Schäffner: vocals
  • Damir Uzunovic: guitars
  • Mathias Nagl: keyboards
  • Matthias Mailänder: bass
  • Peter Langer: drums

Voto medio utenti

Già autori di un buon MCD e composti da musicisti che non sono certo alle prime armi (ad esempio Peter Langer e Damir Uzunovic hanno fatto parte degli Stormwitch), i The Armada dopo la parentesi con la Silverdust, per esordire sulla lunga distanza approdano alla LMP Records. Tanto per andare sul sicuro non esitano a riprendere tutti i brani già presenti su "The Scent Of Darkness", e fanno bene perché si trattava di ottime canzoni che non meritavano di essere penalizzate dalla scarsa diffusione che il MCD aveva patito. Ad ogni modo i The Armada non toppano nemmeno con gli altri brani che vanno a completare la scaletta dell'album. Si parte con l'intro "The Scent Of Darkness" che si incarica nuovamente di aprire la contesa, anche se poi nella prima parte del dischetto troviamo esclusivamente nuove composizioni. Il genere proposto è quello che aveva caratterizzato la prima uscita discografica della band, un metal melodico ma articolato, con accenni sinfonici ed evidenti aperture al neoclassico (sopratutto nei solos di chitarra) ed al progressive. Tutto ciò è ben testimoniato e riassunto già da "Guiding Star", prima vera canzone che incontriamo in scaletta. La seguente "Devilish Lolita" aggiunge una cattiveria inaspettata, quasi una specie di Nevermore meno violenti, se non fosse per l'apertura neoclassica e l'insistita fase di assolo. "Endless Crusade" è epica e sicuramente più ariosa, per quanto concesso da Dirk Schäffner, che non ha una voce brillante e cristallina, bensì un tono basso e roco. Eppure questo non danneggia i The Armada, anzi contribuisce a dare personalità alla loro proposta. "Prayer" tra le sue pieghe mostra qualche scorcio sui Manowar, Maiden e sul "passato" Stromwitch, senza però che questo oscuri il songwriting di Damir Uzunovic e soci. Piuttosto di maniera la ballad pianistica "Crimson Winter Sunrise", mentre da segnalare nella sostenuta "Near Dark" l'ottima resa dei cori e la prestazione di Matthias Mailänder. Arrivano quindi i pezzi vecchi: uno dietro l'altro "Prelude", "Wheel of Fate" e "Voices", e se il primo è un breve arpeggio di chitarra, "Wheel of Fate" è il pezzo più riuscito e dopo l'iniziale tributo a Malmsteen, aumenta di consistenza e aggressività, continuando a ricordandomi parecchio i primi Loudness. La powereggiante, ma non banale, titletrack è un inedito, così come la conclusiva "Vermilion Lake". Nel mezzo la già conosciuta "Tribal Dance", ben scandita e con un refrain che riecheggia non poco i connazionali Edguy. I The Armada mostrano in ogni caso personalità e coerenza, evitando sia di intrupparsi nel Power Metal più banale, sia la tentazione di sbandierare ai quattro venti i trascorsi del gruppo, preferendo focalizzarsi su quanto riescono a tirar fuori dal proprio songwriting. Questo me li fa piacere ancor di più.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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