Tornano i
Masterplan di Roland Grapow, e torna anche sua maestà Jorn Lande, vero malato di lavoro, vista la mole di albums che, da protagonista o semplice singer, sforna ogni anno. Confermato Mike Terrana alla batteria, al posto del defezionario Uli Kusch, la band ci propone un nuovo viaggio nei meandri del power metal più canonico, helloweeniano ma moderno nella scelta dei suoni e nella produzione. Le dieci tracce ascoltate si presentano altalenanti quanto a qualità, fatta salva la classe che il combo riesce sempre a mettete sul piatto. Ottimo l’inizio, con “
Fiddle of Time” a svettare, power song riuscita e trascinante; a seguire, “
Blow your minds”, potente mid-tempo in cui Jorn la fa da padrone, come in tutto l’album, d’altronde. Anche la terza traccia mi aveva fatto gridare al miracolo, “
Far from the end of the world” è forse il brano più bello del lotto, con un refrain indimenticabile ed una band in assoluto stato di grazia. Ma andando avanti con l’ascolto, scopro che questo nuovo “
Time to be king” ha parecchi punti deboli, a partire dal ritornello della title-track, poco incisivo come altre tracce (“
The dark road”, “
The Black One”, “
Under the Moon”), fillers discreti ma poco altro.
Un gradito ritorno da parte di Roland e soci, insomma, ma di certo nulla che muova sensazioni forti ed intense, come era successo al sottoscritto con il solo primo capitolo dei Masterplan. Discreto.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?