A distanza di tre anni dal debutto “
Onwards”, tornano i norvegesi
Triosphere, una bella realtà power metal, con la particolarità di reclutare alla voce ed al basso una donna, ossia la bravissima
Ida Haukland.
Che nessuno si sogni di paragonare, per questo motivo, i Triosphere a bands come Epica, Nightwish o simili: qui la voce di Ida è al completo servizio di un melodic power metal che ai sussurri evocativi preferisce un cantato potentissimo, epico e coinvolgente.
Power metal come dio metallo comanda, insomma, ed in quest’album ne troverete a vagonate: dall’opener “
Driven” in poi, è un susseguirsi di brani azzeccati, potenti, trascinanti e costruiti ad arte intorno alla voce davvero carismatica di Ida, che a volte ricorda, con le dovute proporzioni, Russell Allen dei Symphony X. Alle sue spalle una band stratosferica, che costruisce su partiture a doppia cassa delle bellissime melodie, che sanno a volte prendere un respiro più leggero (la prima parte di “
Death of Jane Doe” ne è un esempio, salvo riservarci alla fine uno stacco thrash degno dei migliori Megadeth dell’epoca “Rust in Peace”!).
Una song più convincente dell’altra, da “
Human Condition”, all’epica “
21”, da una “
Watcher” che a mio avviso è il picco compositivo dell’album, con i suoi inserti prog, ma capace lo stesso di sprigionare una potenza ed una botta davvero invidiabili, per concludere con il riffing indiavolato di “
Worlds Apart”, degna conclusione di un cd con trenta chili di attributi.
Sentiremo presto parlare dei Triosphere, una band solida, massiccia, davvero con una marcia in più.
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