Se non dovessero bastare nomi come Strangeways, Seventh Key e Giant a parlare per Terry Brock, un paio di paroline potrebbe sicuramente dirvele questo disco. Ennesimo centro della Frontiers (che negli ultimi mesi non sta sbagliando un colpo), ennesima perla melodica assolutamente in linea con le aspettative. Diamond Blue è un disco carico di spunti interessanti, un lavoro intimo, composto in gran parte da ballad e ottimamente prodotto, che rappresenta un altro punto importante della carriera del talentuoso singer.
Dopo un inizio di medio livello con le buone
Diamond Blue e
It’s You, l’album decolla con la splendida
Jessie’s Gone e con l’aggressiva
No More Mr. Nice Guy, dall’incedere hard rock. Il lento arpeggio di
The Rain introduce la prima ballad, che cresce con il passare dei secondi, rilassante e gentile. A colpire decisamente più vicino al bersaglio ci pensa però la successiva
Broken, con un refrain maledettamente efficace.
Face In The Crowd riporta la velocità dell’album un po’ più in alto, anche se è ammorbidita da un’ossessiva chitarra acustica e dagli interessanti arrangiamenti di tastiera. La successiva
Why segna il ritorno al sound dei primi pezzi e offre un ottimo ritornello, mentre
Too Young è un bel pezzo hard rock di stampo eighties.
Soldier Falls mette i brividi per quanto è intensa e sofferta: strofa lenta che sfocia in un ritornello pieno e cullante, mentre la chitarra urla bending di grande effetto. Chiusura affidata a
Face The Night, altra ballad, questa volta interamente condotta con arrangiamento acustico: davvero ben fatta.
Per gli amanti del genere acquisto che non può deludere: dovete semplicemente aspettarvi di sentire 11 canzoni in grado di far trascorrere qualche piacevole momento alle vostre orecchie affamate di melodia.
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