I Newyorkesi Negative Reaction giungono al traguardo del terzo full-lenght, seguito del titanico “The Orion chronicles” composto da soli due brani, con uno di essi che si presentava come monolito space-sludge di oltre mezz’ora.
Dilatare ulteriormente i confini della proposta rischiava di rappresentare un atteggiamento estremista fine a se stesso ed anche una emulazione inutile di esperimenti già sviluppati da altre formazioni. Quindi il trio Americano ha giustamente optato per una soluzione inversa, riconducendo il proprio sound all’interno di una forma-canzone definita e più misurata nei deragliamenti psicotici. I N.R. hanno lavorato profondamente per migliorare il songwriting in questo album, in modo da non scivolare nella monotonia tematica che spesso riduce le potenzialità di questo stile dalla enorme forza evocativa.
Nascono così otto terrificanti brani di sludge ultraheavy, tortuosi, orrorifici, malsani ed ammorbanti come pochi, ma sorprendentemente più dinamici e personalizzati anche rispetto a qualificati colleghi come Grief, Cavity, Sourvein, Eyehategod.
La prerogativa vincente di Ken-E Bones e soci è l’abilità di incastrare nell’agghiacciante muro sonoro di lentezza insostenibile una manciata di squarci accellerati provenienti dal remoto passato metal-core della band, che si vanno ad aggiungere al rumorismo space-doom già presente nei precedenti lavori. E’ sufficiente esaminare la prima traccia, la devastante “The tradoshan”, per cogliere lo schema principale di questo lavoro. Una cadenza mortale, figlia degenere del doom spinto all’eccesso, viene repentinamente spazzata via da un break furioso ed urticante che mi ha ricordato addirittura i mitici Celtic Frost, poi il brano ripiomba in una lentezza ancor più esagerata e soffocante, creando scenari da tregenda. Davvero un must assoluto.
Questa situazione si ripete sovente nel corso dell’album, tra feedback spaventosi, vocals tra l’isterico e l’indemoniato, ritmiche che schiantano come colpi di maglio, clima da ossessivo calvario elettrico.
Impressionante la potenza malvagia espressa durante veri e propri rituali crust-doom quali “Price on my head” o “Bible whore”, che sembrano proprio sfiorare i limiti dell’espressività di questo genere restando però ancorati a ciò che si può definire ancora “musica”.
I N.R. non cercano sperimentazioni allucinate alla maniera di Sunn O)) o Teeth of Lions Rule the Divine, non sconfinano per nulla nella drone-music, il loro è uno sludge terminale e totale con strappi così massicci da risultare oscuramente lisergici. Le maggiori analogie si possono trovare con i Bongzilla, non a caso i due gruppi sono in rapporti più che amichevoli, e a mio parere perfino un grande disco come “Gateway” cede qualche punto in fatto di maggior chiarezza di suono e superiore bilanciamento di soluzioni nei confronti di questo mostruoso “Everything you need..”, che non è eccessivo prevedere metro di paragone negli anni a venire.
A sostegno dell’ipotesi lo splendore delle titaniche stelle nere “Spaceport” e “Scum & villany” che ripropongono alcune intuizioni psych-doom degli Electric Wizard di “Chrono.naut”, e l’orgoglioso manifesto “Sludge” che determina il nuovo inno per le Legioni del Destino.
A stemperare l’enorme carica negativa che prorompe dalla loro musica, il trio dedica molti testi alla sci-fi ed in particolare ad una loro stravolta e grottesca interpretazione di Star Wars, poco più di una leggera fiaba per adulti collocata in un contesto rovinoso, aspri contrasti che santificano la vena di follia necessaria a questo tipo di formazioni, “heavy” nel vero senso della parola.
Diffidate da chi vi parla di genere monotono, nichilista, che maschera con il frastuono e la ripetitività le proprie lacune strutturali. Immergetevi in quest’oceano plumbeo e cogliete le sfumature, fremete alle vibrazioni, assorbite le emozioni di un opera di grandissimo spessore.
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