Il messicano
Jacobo Cordova torna con il suo personalissimo progetto
Ticket To Hell dopo il debutto “
Man Made Paradise” del 2008.
Il nuovo “
Operation: Crash Course” sembra porre parzialmente rimedio alle pecche del precedente disco. Nel senso che il disco è sempre fortemente debitore di innumerevoli influenze, tra cui
Morbid Angel e
Deicide, ma la convinzione e la cattiveria delle composizioni fa sì che il nostro riesca a buttare il cuore oltre l’ostacolo.
Finalmente ha senso la definizione di “hellish death thrash” che il nostro dà di sé, infatti già dall’iniziale “
Hidden Illness” si viene investita da una furia cieca, brutale e iconoclasta che ha quale unico intento quello di demolire i padiglioni auricolari dell’ascoltatore.
La furia del compositore messicano, ispirata a sentimenti evidentemente antireligiosi, come il titolo del disco testimonia, trova compimento maggiormente in pezzi lunghi, come “
Metallic Overdose” e la title-track, nelle quali il sound trova anche il modo di rifiatare, diventando a tratti maggiormente groovy.
Talvolta si ha la sensazione che la foga e la brutalità tendano a deragliare nel caos, sensazione rafforzata dal fatto che in alcuni frangenti il livello della voce è inferiore a quello degli strumenti, confondendosi con esse o venendone sovrastata.
Il giudizio finale è, tuttavia, positivo, perché quando si picchia duro e forte, quando le parti bassi rispondono positivamente all’assalto sonoro, vuol dire che si è sulla strada giusta.
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