Con il primo, sorprendente disco degli
Enforcer, la mia mente era tornata indietro nel tempo: era come se i primi Metallica, i Maiden dell’era Di Anno e i Motorhead più furiosi si fossero fusi insieme in un disco da applausi a scena aperta. Proprio per questo, l’attesa per il secondo lavoro della band svedese era davvero carica di aspettative e speranze. È bastato un ascolto per capire che gli Enforcer non mi avevano tradito: Diamonds è un altro disco di altissimo livello, che merita né più né meno la stessa attenzione del suo predecessore.
Sono cresciuti i ragazzi: se è vero che anche in questo secondo episodio l’originalità non è tra le prerogative della band, infatti, è anche vero che si percepisce chiaramente una maggiore cura dei suoni, una maggiore attenzione per le melodie dei refrain e un maggiore impegno nel controllare una voce che, pur rimanendo essenziale e viscerale, evita gli eccessi del debutto. Si parte alla grandissima con
Midnight Vice, veloce e prepotente, con un ritornello che spazza via ogni cosa, seguita dalla furibonda sfuriata speed
Roll The Dice. Un inizio che non lascia sopravvissuti, seguito dalla cavalcata maideniana
Katana.
Running In Menace segna invece una grossa novità per gli Enforcer, che si cimentano (con successo) in un pezzo dal chiaro sapore hard rock, davvero notevole. La digressione dura davvero poco, però: con
High Roller si torna sull’heavy metal più cattivo, con uno stile che a me ha parecchio ricordato i migliori Judas Priest. La strumentale
Diamonds (altro pezzo di chiare influenze Maiden) introduce alla bellissima
Live For The Night, molto vicina per stile e attitudine al thrash anni ’80. Prima della clamorosa chiusura, con una
Take Me To Hell che è una vera e propria bomba speed metal, c’è anche spazio per il ritornello altissimo e impressionante di
Nightmare e per l’altalenante
Walk With Me, che spazia tra granitico classic metal e accelerazioni paurose.
Se ancora non li conoscete, ragazzi, uscite immediatamente a comprare qualcosa degli Enforcer. Se non vi fidate, basta un veloce ascolto su myspace per convincersi, ve lo assicuro. Se tutte le nuove leve fossero così, non ci sarebbe davvero da preoccuparsi per il futuro della musica che amiamo. In più, ho scoperto con piacere che ad ottobre ci sarà la possibilità di vederli anche dal vivo, sia a Milano che a Roma: un appuntamento imperdibile, che servirà a testare definitivamente la band. Chiudo riportando una frase che la dice lunga su questi baldi giovani, pronunciata dagli stessi Enforcer in un’intervista a una rivista svedese. Alla domanda “Perché avete scelto di suonare metal old school?” la risposta è stata semplice, assolutamente condivisibile e quasi commovente: “
Heavy metal is not old school, it’s timeless”.