Arrivano le bombe... ecco l'allarme antiaereo ("Intro")... tutti nei rifugi!
In realtà le uniche bordate da cui bisogna ripararsi sono quelle che gli
Skull Daze piazzano, a colpi di Sleazy e Street Rock, nel loro album d'esordio, da poco uscito per la Street Symphonies.
Convinzione, un buon tiro e la giusta sfacciataggine, tutto ciò che trasuda da canzoni come "Back to Hell", la rodata e trascinante "Believe", o in quella "Beware" dove nei controcori sembra di incappare in un Udo Dirkschneider che, per un momento, ha lasciato in un angolo il suo
Metal tetesco di Germania (beh, come lo chiamerebbe il Professor Kranz).
In questa rincorsa ai vecchi LA Guns, W.A.S.P. ed ai più recenti Hardcore Superstar o Backyard Babies, a non convincere del tutto sono le sole "Turn it Down" e "Heartless Love", ma non si tratta di vere e proprie cadute di tono o di stile, e sopratutto il resto dell'album compensa senza problemi due canzoni un po' di maniera e senza la giusta verve. E tra le più riuscite si segnalano sicuramente, oltre alla già citata "Believe", anche "Heartbreak City" un pezzo meno ruvido, lesto a scorrazzare lì a metà strada tra Dokken e Motley Crue e la viziosa "Dirty Girl" (un pizzico di LA Guns, W.A.S.P. e sopratutto dei primi Skid Row).
Certo non tutto è oro quello che luccica, Johnny Rainbow fa davvero una bella impressione ma il suo inglese andrebbe un po' migliorato, ed è innegabile che nei solchi di "Skull Daze" non si incappi in chissà quale dose originalità, ma questo non toglie che si tratti di un album gradevole e ben riuscito.
Sotto... l'eyeliner c'è di più!
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