Un mastodontico masso di granito: questa l'immagine che meglio descrive il debutto dei Ballistic, un disco che da solo spazza via tutte le uscite nell'heavy più puro di questi ultimi anni, strombazzanti nomi grossi compresi. I Ballistic nascono dalla mente di quella vecchia canaglia di Tom Gattis, che nel '78 fondò i Deuce (con Marty Friedman), nel 1986 li fece uscire sotto Torrid Records con il nome Tension, e negli anni '90 diede infine vita agli altrettanto ottimi Wardog. Ad accompagnare il chitarrista/cantante statunitense troviamo nientemeno che Tim O' Connor al basso (ex-Deuce/Tension), Rikard Stjernquist dei Jag Panzer alla batteria ed il giovane bulgaro Peter Petev. La proposta musicale dei quattro è un heavy/thrash schiacciasassi, dannatamente personale e imperniato su strutture eccentriche, del tutto inusuali, ma altamente immediate. Ogni canzone dei Ballistic è una fucina di riff memorabili, uno dopo l'altro quasi con foga, ed ognuno arricchito da linee vocali semplicemente straordinarie. Dopo un fugace ascolto del disco già ricordavo ogni pezzo, ogni melodia, e non riuscivo a scacciarli dalla mente. I Ballistic sono aggressivi, è bene sottolinearlo, e la ottima produzione del lavoro esalta appieno questo aspetto: grande spazio alle ruvide chitarre del duo Gattis/Petev, sorretto da una invidiabile base ritmica, capace qua e là di lanciarsi in tecnicismi fuori dal comune. I Ballistic hanno tutto quello che un buon gruppo deve avere: hanno un feeling unico, una potenza straordinaria, sono dei grandi musicisti e scrivono canzoni fottutamente originali e stupende. L'opener "Collision Course" mette subito in chiaro quali saranno le coordinate del disco: cambi di tempo, variazioni a valanga, una rara cattiveria sonora ed un ruvido, ma tecnico, cantato spettacolare. "Call me Evil" e "The Dissection/Into the Seven Chamber" (con un guest alla voce quale Dave Brockie degli Gwar) rappresentano comunque l'apice di questo magistrale disco. Non ci sono paragoni possibili con altre band per farvi capire quello che suonano i Ballistic; posso solo dirvi che è un fottuto e aggressivo heavy metal senza compromessi, con un tiro micidiale, che passa da scelte thrashy a songs di acceptiana memoria ("Silent Killer"). I brani tratti dal primo demo del 2001 sono quelli strutturalmente più canonici, tra i quali "Gone Ballistic" e la ottima "Threshold of Pain", ma nel complesso il disco resta sugli stessi altissimi standard qualitativi per tutta la durata. Un album da urlo, che certo non finirà nella solita pigna di promo cd lì a prendere polvere, ma che girerà ancora a lungo, e ad alto volume, nel mio hi-fi. Dalla Metal Blade un disco del genere non me lo sarei mai aspettato; Aggressivo, originale e bastardo, questo debutto dei Ballistic per quanto mi riguarda va dritto dritto nella top ten annuale… per il momento da solo.