Sotto l'ala protettrice di
Tuomas Holopainen dei
Nightwish (già loro produttore), ecco che le
Indica, quintetto tutto al femminile proveniente, guardacaso, dalla Finlandia, giungono tramite
Nuclear Blast, guardacaso reprise, al loro quinto album, il primo cantato in lingua inglese e destinato al mercato europeo anzichè solamente a quello locale.
"
A Way Away" comprende brani estratti dai loro primi quattro album, rielaborati, risuonati ed ovviamente cantati in inglese, rendendoli adatti per il pubblico internazionale: pubblico che ovviamente si aspetta delle piccole Nightwish, dato che le cinque ragazze oltre ad essere patrocinate dal buon Thomas dalle uova d'oro hanno anche suonato di spalla più volte alla band di
Anette Olzon.
Il concetto "metal" in "A Way Away" è quantomeno distante, la sinfonia la fa da padrona, le melodie folk, i cori, le orchestrazioni e la bellissima voce della cantante
Johanna Salomaa fanno il resto e tutto sommato ci troviamo ad un disco piuttosto piacevole ed immediato, ma in pieni territori pop rock, anzi per dirla meglio "cinematografici", in quanto più volte basta poco per immaginarsi la visione di qualche film fantasy o fantastico, nei quali i brani delle Indica starebbero davvero a perfezione.
Le canzoni brutte non sono, anzi, c'è qualche episodio decisamente ben riuscito e di un certo impatto emotivo, come "
Children of Frost" con i suoi cori di bambini o la profonda ballad "
Lilja's Lament"; furbescamente è stata posta come opener "
Islands of Light", che tra tutti i pezzi è quello nettamente più "pesante", quasi un clone dei
Nightwish di "
Dark Passion Play", e ci sarebbe da scommettere quanto Tuomas abbia messo la mano anche in fase di composizione, ma una volta terminata questa si passa a qualcosa di molto simile ai
Cranberries o ai
The Cardigans di "
Erase and Rewind", tanto è frivola e leggera "Precious Dark": ancora una volta non brutta, gradevole, ma sarebbe come recensire
Lily Allen sulle pagine di
Metal.it.
Un disco che potrebbe interessare gli amanti delle sonorità più sinfoniche e melodiche e che presenta indubbiamente dei pregi ma che viene trattato all'interno della scena metal solamente a causa della "spintarella" datagli dal signor Holopainen.