Dopo l’orripilante Black Rain, la notizia del ritorno discografico del
Madman mi aveva fatto tremare, lo devo ammettere. Per fortuna, quello che ho sentito nel nuovo Scream mi ha fatto parzialmente ricredere: il disco sta in piedi, è discreto e sicuramente più di una spanna sopra il suo largamente insufficiente predecessore.
Meglio procedere con ordine, partendo da qualche considerazione generale. L’attesa più grande era sicuramente rivolta a Gus G, il nuovo chitarrista. La sua prova è sicuramente ottima, anche se più di una volta lo stile dei riff, dei soli, l’utilizzo degli armonici e il modo di fare le scale ricordano fin troppo Zakk. Insomma, il passaggio è stato pressoché indolore, ma probabilmente anche inutile, dato che la presenza di Zakk, per quanto considerata da Ozzy ingombrante, aggiungeva parecchio prestigio alla band. Ozzy, invece, offre una prestazione decente, anche se ovviamente sostenuta da migliaia di dollari di macchinari pronti a rianimare una voce che da anni non esiste più. Infine, un piccolo cenno ai suoni: decisamente migliori rispetto a quelli di Black Rain, soffrono ancora a mio parere della presenza troppo ingombrante di effetti e porcate varie, che in un album rock and roll, per come la vedo io, meno sono e meglio è.
Ma veniamo a quello che più conta: i pezzi. Il disco si apre con
Let It Die, supereffettata e dal ritornello catchy, ma sicuramente priva di spunti davvero interessanti. Il singolo
Let Me Hear Your Scream è invece veloce ed immediato, e ci ripropone qualcosa che a Ozzy mancava da anni: una bella canzone. La successiva
Soul Sucker è invece lenta e pomposa: probabilmente l’intenzione era quella di rispolverare le origini doom, ma la toppa ha quasi del clamoroso, considerato anche che inizialmente doveva essere la title-track. Dopo l’insignificante acustica
Life Won’t Wait è il momento di
Diggin Me Down, buon pezzo che alterna una strofa cadenzata e un ottimo ritornello. La struttura si ripete per
Crucify, dove il livello rimane medio alto, per passare poi a
Fearless, altro pezzo veloce e più che sufficiente.
Time è la classica power ballad in stile Ozzy, sempre gradevole, mentre la successiva
I Want More è a mio parere la migliore del disco, a partire dal riffone iniziale. Super effetti speciali sostengono la noiosa
Letimers Mercy, che precede un inutile “saluto” di circa un minuto che risponde al nome di
I Love You All.
Insomma, insomma, insomma....che dire? Si tratta di Ozzy Osbourne, uno che ha inventato un genere. Tuttavia, una volta smesso di fare inchini e riverenze, rimane un cd mediocre. Sicuramente sufficiente, sicuramente meglio di quanto fatto da Ozzmosis a questa parte, ma di certo non all’altezza di quanto sia lecito aspettarsi. Torniamo sempre allo stesso discorso, che vale per Ozzy come per tanti altri vecchietti: ma chi glielo fa fare? Probabilmente Sharon necessita di un nuovo lifting e sicuramente i soldi che incamererà grazie a Scream le permetteranno di correre alla sua clinica preferita. Se volete contribuire, andate a comprare questo album. Per il resto, sono sicuro che non vi serve poi a molto: magari per qualche ascolto sarà gradevole, ma è destinato ad essere dimenticato in fretta.