Secondo album per questi statunitensi, dopo il buon "
The Golden Plague" risalente a tre anni fa e, com'è d'uopo, la proposta stilistica non è cambiata di una virgola; la
Metal Blade ultimamente sembra decisamente puntare sul retrò, dato che anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un'esaltazione dell'old school, più precisamente del death/black metal, piuttosto grezzo e diretto ma ben suonato e registrato, quindi niente produzione lo-fi che nel 2010 sa abbastanza di ridicolo.
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The Extra Dimensional Wound" pecca di originalità e di varietà, proponendo sostanzialmente per più di 40 minuti la stessa solfa, ma i brani sono validi, i riffs sono quelli classici, quindi vincenti, a volte un filo ripetitivi ma questo si sa che è una peculiarità del genere tutto e non della band in particolare.
Più che apprezzabili le atmosfere maligne di derivazione nord-europea che avvolgono le composizioni su cui si nota il più che apprezzabile lavoro di Autarch al microfono, a volte davvero straziato per le grida lancinanti in grado di emettere.
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Nihilistic Stench", con i suoi 3 minuti di durata, e la sua seminale asciuttezza ottantiana, è il manifesto di questo disco, un vero tributo ai
Bathory ed ai
Celtic Frost dei primissimi anni: niente di clamoroso ma va dato atto ai
Lightning Swords of Death di aver composto un album che non potrà lasciare delusi i nostalgici e che sapranno di aver acquistato un disco del genere a scatola chiusa, con tutti i limiti ed i difetti del caso.
In ogni caso un rinfrescante tuffo indietro di 20 anni e più a volte risulta più che salutare nel marasma della musica "moderna" di oggi.
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