Per i
Darkest Hour è scoccata l'ora decisiva e certo non quella oscura. Infatti, con "Hidden Hands Of A Sadist Nation" completano il loro avvicinamento allo Swedish Death Metal, vera e dichiarata passione del gruppo americano. Tanto per essere certi di non sbagliare, hanno registrato il tutto a Goteborg presso gli Studio Fredman con la supervisione di Fredrick Nordstrom, e, già che c'erano, hanno coinvolto anche alcuni musicisti piuttosto noti della scena death metal: Tomas "Tompa" Lindberg (At The Gates), Peter Wichers (Soilwork), Anders Bjorler (The Haunted), e Marcus Sunesson (The Crown). Mancava solo che prendessero la cittadinanza svedese e l'opera sarebbe stata davvero completa, anche perché "Hidden Hands Of A Sadist Nation" non è assolutamente male, certo derivativo, eppure ben realizzato e con un tiro invidiabile. John Henry non ha nessun problema nell'affrontare il cantato growl ed evita completamente le clean vocals, mentre qualche problema in più lo deve sicuramente affrontare il drum-kit di Ryan Parrish, viste (o meglio sentite...) le mazzate a cui è sottoposto. Ovviamente la componente melodica (ehm...) è tratteggiata dai ricami della coppia di chitarristi, come avviene per l'inizio di "The Patriot Virus". Qualcosa del passato musicale del gruppo talvolta salta fuori, ad esempio su "Oklahoma" che descriverei come l'incrocio dei Verbal Abuse e gli At The Gates. Credo invece che la cosa sia più evidente a livello di liriche, almeno questa è l'impressione che si ha scorrendo l'appena citata "Oklahoma", ma anche "The Misinformation Age" o "The Patriot Virus", peccato però che i testi non siano facilmente leggibili, confusi come sono in uno scarno booklet che non rende davvero onore all'aspetto musicale del gruppo. La canzone che lega invece a doppio filo i Darkest Hour ed il Gothenburg style è sicuramente l'opener "The Sadist Nation", che si avvale della presenza di Tomas Lindberg. Da segnalare anche la conclusiva "Veritas, Aequitas", lungo strumentale che sfiora i 13 minuti spaziando per diverse soluzioni musicali, arpeggi di chitarra e pianoforte inclusi. "Verità, Giustizia", ma sopratutto una gradita sorpresa.
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