Gruppo friulano attivo da diversi anni, prima come cover-band poi con il proprio repertorio, i
Fist of Rage esordiscono con un valido album di hard rock, sospeso tra potenza e melodia.
Evidenti i richiami ai colossi del genere, come Deep Purple, Rainbow, Ufo, ecc, per l’impostazione molto classica dei brani e per le sonorità spesso “vintage” delle tastiere, ma il sestetto possiede ottime capacità tecniche, un songwriting maturo ed efficace e si mostra a proprio agio sia nei momenti più ruvidi e tesi, che nelle piacevoli sfumature melodiche.
Nel disco troviamo precisi intrecci tra chitarre e tastiere, assoli pungenti, ritornelli accattivanti (“Nobody’s right, Knife and coin”) e la notevole prestazione del cantante Piero Pattay, ugola da rocker alla vecchia maniera.
Da segnalare ancora la zeppeliniana “New dawn”, che con la sua atmosfera vagamente orientale si stacca un po’dal resto, e l’omaggio ai Purple con la cover di “Might just take your life”. I Fist of Rage vantano anche una vena romantica, espressa nella semi-ballad “The clown’s crying”, che non scivola in passaggi melensi o zuccherosi come talvolta capita in queste situazioni.
Quindi abbiamo un solido lavoro di hard rock classico, ben costruito, ben suonato, ben prodotto. E bene ha fatto la Andromeda Relix ad offrire una chance alla formazione friulana, che consigliamo a tutti gli amanti del genere.
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