Dal look che adottano questi inglesini
Winterfylleth difficilmente si riuscirebbe a dedurre che suonano del puro e incontaminato Black/Pagan/Viking Metal, eppure come spesso accade, le apparenze ingannano. Ad ogni modo ci si mette poco a capire su quale sentiero intendono trasportarci questi ragazzi, e basta guardare la bellissima copertina di
The Mercian Sphere per rendersene subito conto: arcana, affascinante, con quel gusto naturalistico che mi fa tornare in mente Frost degli Enslaved, band da cui hanno attinto non poco, almeno per quanto riguarda gli esordi. Gli Winterfylleth amano allungare a dismisura le loro canzoni e in qualche episodio forse era meglio non eccedere perchè malgrado un discreto songwriting vengono alla luce soluzioni che possono stancare l'ascoltatore. Quando invece decidono di essere più concisi e concreti riescono a dare il meglio di se stessi, come nel caso di Children Of The Stones e The Fields Of Reckoning, ma questo non esclude la presenza di brani dalla lunga durata ma dalla qualità indiscutibile, e qui chiamo in causa The Honour Of Good Men On The Path To Eternal Glory (non solo la durata è prolungata, pure i titoli). Molto interessanti sono poi gli arrangiamenti che accompagnano la furia del gruppo senza mai invaderne troppo il territorio, anzi, è proprio per questa "discrezione" che la loro proposta non risulta esageratamente farcita da soluzioni barocche e spesso pure tronfie come succede in altri casi. Al secondo disco gli Winterfylleth si confermano un progetto dalle idee e dalle potenzialità interessanti, l'ennesima scommessa della Candlelight Records? Staremo a vedere.
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