Copertina 8

Info

Anno di uscita:2012
Durata:55 min.
Etichetta:AFM
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. WINDLONI
  2. DER RING MIT DEM KREUZ
  3. TO BECOME A MAN
  4. INTO THE UNFATHOMED TOWER (A TRIBUTE TO CANDLEMASS)
  5. FELD DER EHRE
  6. LINDISFARNE
  7. THE NAGLFAR SAGA : PROLOGUE - THE FINAL JOURNEY
  8. THE NAGLFAR SAGA : MOTHER HEL
  9. THE NAGLFAR SAGA : ON BOARD
  10. THE NAGLFAR SAGA : SAILING INTO ETERNITY

Line up

  • Garm: bass
  • Mike 'Brööh' Bröker: drums
  • Meldric: guitar
  • Agnar: keyboards
  • Zagan: vocals, guitar, violin, mandolin
  • Frangus : guitar

Voto medio utenti

Dopo il bellissimo "First War of the World", i tedesconi Black Messiah giungono al loro quinto album intitolato "The Final Journey" (speriamo di no!) e sempre sotto label AFM, etichetta che sembrava condannata al peggio dopo la perdita degli Avantasia e degli Edguy e che invece ha saputo rinnovare il proprio roster con coraggio e competenza.

Nonostante qualche voce maligna avesse gettato più di un'ombra sulla qualità di questa nuova release, alla luce di ripetuti numerosi ascolti non possiamo che promuovere nuovamente a pieni voti la formazione della Westfalia: composizioni sempre epiche, battagliere, mai banali e piene di grinta ed enfasi, valorizzate e mai appesantite dal violino ed il mandolino del barbuto Zagan, autentico leader barbarico che è la vera anima ed allo stesso tempo marcia in più dei Black Messiah: vale la pena segnalare immediatamente la splendida cover dell'altrettanto splendido (e sottovalutato!) brano dei Candlemass "Into the Unfathomed Tower", davvero maestosa e sfavillante in questa nuova veste.

Sin dalle iniziali "Windloni" si capisce che sono state mantenute le giuste coordinate ed ecco che rispuntano gli echi dei Menhir di "Hildebrandslied", scusate se li citiamo di continuo, ma è ormai evidente che si tratta DEL disco di riferimento di tutto il movimento pagan viking teutonico!
Si prosegue alla grande con "Der Ring mit dem Kreuz", che alza il tiro sul folk ma che non perde mai di vista la componente epic metal, fattore che rende i Black Messiah sempre godibilissimi e mai troppo danzerecci, per poi riservarci la sorpresa di "To Become a Man", in inglese, e quasi non ci crediamo, sebbene siamo ormai abituati bene ad ascoltare i nostri in lingua madre.

La produzione è l'unico difetto piuttosto fastidioso di questo "The Final Journey", con un suono più curato e brillante, meno "attufato", i brani avrebbero potuto esplodere con maggiore potenza ed un risultato migliore ma tant'è, facciamo finta di apprezzare maggiormente il black metal low-fi a cui una volta erano dedicati i Black Messiah!

In definitiva un ottimo ritorno che conferma la bontà di questa formazione e l'ottimo stato di salute di un genere forse in calo di interessi ma sempre basato su eccellente qualità.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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