Quando il pezzo migliore di un intero album è un brano acustico della durata di 1:59 vuol dire che c'è qualcosa che non va.
Se da un lato è piacevole riascoltare una collaborazione tra
Atrocity e
Yasmin (che ricordo sorella di
Alexander Krull, mastermind assoluto della band teutonica), ferma oramai al lontano 1995 con l'EP "
Calling The Rain" - ottimo spaccato di Etno Metal - dall'altro c'è molto da discutere sulla qualità oggettiva del prodotto.
"
After The Storm" è un disco che difetta sostanzialmente di pathos e di passione, che portano inevitabilemente ad una mancanza di coinvolgimento. Il materiale promozionale racconta di un lavoro adatto per i fans della musica folk e metal, nonchè per gli amanti di
Dead Can Dance e
Loreena McKennitt... beh, onestamente penso che questo dischetto possa scontentare un pò tutti questi fans, come ha scontentato me.
Molto freddo e senza anima, "
After The Storm" non riesce a trasportare l'ascoltatore dove dovrebbe, ovvero su lidi lontani, mistici e magici, in cui la foschia mattutina gioca con il verde smeraldo di infiniti prati e sterminate foreste. Purtroppo per Alexander e soci, questa volta i folletti non danzano e le fatine non ridono... forse, a parte il flauto, l'utilizzo di strumenti "
d'epoca" o "
tradizionali" avrebbe certamente aiutato alla buona riuscita del platter. Peccato.
Un album un filo troppo sciatto e - permettetimi di aggiungere - anche male interpretato dalla voce maschile. Le clean vocals non sono mai state il pezzo forte di A.K. e su questo dischetto dimostra pienamente questa sua lacuna.
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