Copertina 5

Info

Anno di uscita:2010
Durata:43 min.
Etichetta:Napalm Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. A NEW ARRIVAL
  2. CALL OF YESTERYEAR
  3. AFTER THE STORM
  4. SILVAN SPIRIT
  5. BLACK MOUNTAIN
  6. AS THE SUN KISSED THE SKY
  7. TRANSILVANIA
  8. THE FLIGHT OF ABBAS IBN FIRNAS
  9. GODDESS OF FORTUNE AND SORROW
  10. THE OTHERWORLD
  11. ETERNAL NIGHTSIDE

Line up

  • Alexander Krull: vocals, keyboards
  • Yasmin Krull: vocals, flute
  • Thorsten Bauer: guitars
  • Sander Van Der Meer: guitars
  • Alla Fedynitch: bass
  • Roland Navratil: drums

Voto medio utenti

Quando il pezzo migliore di un intero album è un brano acustico della durata di 1:59 vuol dire che c'è qualcosa che non va.

Se da un lato è piacevole riascoltare una collaborazione tra Atrocity e Yasmin (che ricordo sorella di Alexander Krull, mastermind assoluto della band teutonica), ferma oramai al lontano 1995 con l'EP "Calling The Rain" - ottimo spaccato di Etno Metal - dall'altro c'è molto da discutere sulla qualità oggettiva del prodotto.

"After The Storm" è un disco che difetta sostanzialmente di pathos e di passione, che portano inevitabilemente ad una mancanza di coinvolgimento. Il materiale promozionale racconta di un lavoro adatto per i fans della musica folk e metal, nonchè per gli amanti di Dead Can Dance e Loreena McKennitt... beh, onestamente penso che questo dischetto possa scontentare un pò tutti questi fans, come ha scontentato me.
Molto freddo e senza anima, "After The Storm" non riesce a trasportare l'ascoltatore dove dovrebbe, ovvero su lidi lontani, mistici e magici, in cui la foschia mattutina gioca con il verde smeraldo di infiniti prati e sterminate foreste. Purtroppo per Alexander e soci, questa volta i folletti non danzano e le fatine non ridono... forse, a parte il flauto, l'utilizzo di strumenti "d'epoca" o "tradizionali" avrebbe certamente aiutato alla buona riuscita del platter. Peccato.

Un album un filo troppo sciatto e - permettetimi di aggiungere - anche male interpretato dalla voce maschile. Le clean vocals non sono mai state il pezzo forte di A.K. e su questo dischetto dimostra pienamente questa sua lacuna.
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 25 set 2010 alle 03:50

un gruppo inutile dopo lo splendido "longing for death"

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