Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2010
Durata:49 min.
Etichetta:Roadrunner

Tracklist

  1. CRAZY HORSE
  2. OVERLORD
  3. PARADE OF THE DEAD
  4. DARKEST DAYS
  5. BLACK SUNDAY
  6. SOUTHERN DISSOLUTION
  7. TIME WAITS FOR NO ONE
  8. GODSPEED HELL BOUND
  9. WAR OF HEAVEN
  10. SHALLOW GRAVE
  11. CHUPACABRA
  12. RIDERS OF THE DAMNED
  13. JANUARY

Line up

  • Zakk Wylde: vocals, guitar, piano
  • Nick "Evil Twin" Catanese: guitar
  • John "JD" DeServio: bass
  • Will Hunt: drums

Voto medio utenti

2009/2010, due annate sicuramente importanti nella vita del gigante buono Zakk Wylde. Prima la malattia, per fortuna sventata, poi la dipartita (definitiva? mai dire mai…) dalla band di Ozzy, e, non ultimo, l’uscita del nuovo disco della sua creatura Black Label Society, proprio a pochi mesi dall’uscita di “Scream” del madman. I casi della vita… Ma Zakk ha le spalle decisamente larghe, quindi nessuno ha mai messo in dubbio che sarebbe riuscito ad uscire vincitore da tutte queste avversità e avrebbe piazzato un altro colpaccio con la sua band. Già, perché il nuovo “Order of the black” è un gran bel disco, mettiamolo subito in chiaro. Il songwriting appare particolarmente fresco ed ispirato, ed a sottolineare immediatamente come stanno le cose ci pensa la doppietta iniziale “Crazy horse”/“Overlord”, con i primi di una serie di riffoni ed assoli al fulmicotone messi insieme dal biondo crinito chitarrista. Con un sound che definire potente è riduttivo, il disco va avanti senza cali di tensione, a cavallo tra un hard rock più classico e le immancabili influenze stoner, che rendono il tutto più vario ed appetibile, senza naturalmente dimenticare il lato più intimista di Zakk, espresso attraverso un paio di ottime ballad, delicate ed eleganti (sì, sembra strano utilizzare questi termini parlando di Wylde, ma vi assicuro che è così) come “Time waits for no one” e “Darkest days”, in cui il nostro si siede di nuovo al pianoforte dimostrandoci di essere davvero un musicista a tutto tondo. Ma si sa, Zakk è uno che non te le manda a dire, quindi continua a colpire dritto allo stomaco con bordate del calibro di “Parade of the dead” e “Godspeed hellbound”, veloci e potenti tanto da ricordare, nel riffing, quasi qualcosa dei Pantera meno aggressivi, oppure con “Black Sunday”, dove esce fuori anche il suo lato da shredder, con una sfuriata chitarristica che apre il brano senza lasciare nulla all’immaginazione. Sì, perché questo è ovviamente un album incentrato sulla chitarra, sarebbe strano il contrario, ma utilizzata al servizio della canzone, non per masturbarsi soltanto, il che conferma quanto Zakk sia in realtà un ragazzo intelligente che ha saputo mettere in pratica gli insegnamenti dello zio Ozzy. E l’ombra del madman effettivamente aleggia un bel po’ durante l’ascolto dell’album, soprattutto per quanto riguarda le vocals, sia da un punto di vista strettamente legato al tono utilizzato, sia per qualche melodia, che può ricordare, appunto, quelle classiche usate da Osbourne. Ma oltre ad essere normale, visto il passato di Wylde, non inficia comunque il giudizio sull’album, come detto fresco e coinvolgente. Insomma, dopo tutti i casini di cui abbiamo parlato in apertura, Zakk ha dimostrato di aver saputo reagire più che bene, e soprattutto ha dimostrato a tutta la scena metal che la sua presenza è ingombrante non soltanto dal punto di vista fisico, ma, soprattutto, da quello musicale, con un album in your face che spazza via buona parte della produzione odierna, troppo finta e costruita. “Order of the black” è un disco verace e vero, potente e fiero. Se siete stufi di band effimere andate di corsa a comprarlo.
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 23 set 2010 alle 18:13

YESSS!!! CONCORDO IN PIENO, AL 100%!

Inserito il 23 set 2010 alle 15:14

Già in macchina. Sono d'accordo: fiero e potente!

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