Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2010
Durata:non disponibile

Tracklist

  1. BLACK COUNTRY
  2. ONE LAST SOUL
  3. THE GREAT DIVIDE
  4. DOWN AGAIN
  5. BEGGARMAN
  6. SONG OF YESTERDAY
  7. NO TIME
  8. MEDUSA
  9. THE REVOLUTION IN ME
  10. STAND (AT THE BURNING TREE)
  11. SISTA JANE
  12. TOO LATE FOR THE SUN

Line up

  • Glenn Hughes: bass, vocals
  • Joe Bonamassa: guitars
  • Jason Bonham: drums
  • Derek Sherinian: keys

Voto medio utenti

Era da mesi che aspettavo questo disco. La motivazione, ovviamente, risiede nel fatto che se Glenn Hughes, Jason Bonham, Joe Bonamassa e Derek Sherinian si mettono insieme per scrivere musica non può che nascere qualcosa di buono e, fortunatamente, il risultato finale è assolutamente all’altezza delle aspettative. Non un capolavoro di proporzioni epocali, ma comunque un grandissimo disco. Assolutamente da 10 nella prima parte, leggermente inferiore nella seconda: un buon compromesso è un voto medio, che a mio parere può tranquillamente essere un 8,5.

L’opener Black Country ha del clamoroso: tre minuti di furia hard rock che sinceramente non mi aspettavo, molto zeppeliniani nei break tra le diverse strofe. Per come la vedo io, basterebbe da sola a giustificare il prezzo del disco. Il singolo One Last Soul è già disponibile da qualche settimana online ed è una canzone maggiormente strutturata, che rappresenta al meglio il sound della band. Sound che esplode in tutta la sua classe e prepotenza nelle canzoni successive: The Great Divide, Down Again, Beggarman, fino alla stupenda Song Of Yesterday rappresentano a mio parere la summa di un modo di fare musica che mette i brividi a tutti coloro che sono indissolubilmente legati alle sonorità seventies. Si torna un po’ a correre con No Time, prima della nuova versione di Medusa dei Trapeze, che trova spazio nell’album e mantiene tutta la magia degli esordi. Particolare The Revolution In Me, incedere ritmato e parte centrale convulsa, mentre la successiva Stand è probabilmente il pezzo più complesso dell’intero lavoro, che spazia tra melodie quasi pop e parti progressive da dieci e lode. Il ritornello di Sista Jane sa un po’ troppo di già sentito, ma la canzone si fa comunque ascoltare senza annoiare. La conclusiva Too Late For The Sun è praticamente una specie di jam trasformata in canzone, dove i BCC si producono in acrobazie personali e di insieme per quasi tutti gli undici minuti di durata: un pezzo che dal vivo potrebbe rivelare delle sorprese commoventi.

La prestazione dei singoli è ovviamente di livello altissimo. Sarà che ne sono musicalmente innamorato da anni, ma le parole migliori le devo spendere per il caro Glenn, che a sessant’anni suonati sfodera l’ennesimo schiaffone in faccia a tanta gente che pensa di saper cantare. La voce di Hughes non perde un colpo e chi l’ha visto dal vivo di recente sa che la differenza tra i dischi e il palco non esiste: siamo al cospetto di un mostro canoro vero e proprio. L’efficacia delle iperboli canore di Glenn è quasi disarmante: ti toccano l’anima, ti percuotono, ti emozionano, ti stupiscono. Immenso.

Se capite qualcosa di musica, questo disco l’avete già comprato o adocchiato. Se non sapevate della sua uscita, spero che le mie parole possano servire a farvi correre al più presto verso il negozio. Ora non resta che attenderli dal vivo, per un concerto che si preannuncia devastante.
Recensione a cura di Alessandro Quero

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 13 ott 2010 alle 15:32

Un bel discone! Song Of Yesterday nuova Starway To Heaven?

Inserito il 13 ott 2010 alle 14:51

CHE CLASSE RAGAZZI!!!!!!!!!!!!!!!!!...ALBUM SPETTACOLARE!!!!!

Inserito il 27 set 2010 alle 08:59

quasi imbarazzante: sembra che qualcuno mi abbia letteralmente letto nel pensiero!!!! condivido ogni virgola di questa recensione, soprattutto i complimenti a zio Glenn.

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