Gli
Armagedda erano un duo svedese dedito al più classico e tradizionale Black Metal, per dirla in parole povere una clone band dei seminali Darkthrone, ne più ne meno. Ormai sono passati sei lunghi anni dalla loro morte artistica e onestamente non riesco proprio a comprendere il significato di questo mini-cd intitolato
I Am e contenente brani inediti risalenti addirittura al periodo 2001-2002. A chi può interessare un prodotto simile? Gli Armagedda già erano un progetto di per se estremamente underground, e quindi senza chissà quale vastità di pubblico, non penso che ora grazie a questo Ep si realizzerà un incremento decisivo tanto da fargli meditare un ritorno sulle scene. Ad ogni modo il dado è tratto e vi starete chiedendo di che pasta è fatto il contenuto, e la risposta non tarda ad arrivare: dei 23 minuti che compongono questa pubblicazione non se ne salva nemmeno uno (ma non per motivi meramente musicali). Oggettivamente non sono brutte canzoni, anzi, tutte quante vivono e incarnano il perfetto spirito del Black Metal norvegese, ammetto pure che non è un dispiacere ascoltare riff tremendamente scarni e glaciali, che farsi investire da tutto questo marcio e violento approccio alla musica possa far dimenticare tutti gli altri fattori che fanno distinguere un buon album dal resto della massa, ma a cosa serve “un I Am” nel 2010? Praticamente a nulla. In giro per il mondo ci sono tanti altri gruppi che in questo momento si stanno sbattendo concentrando tutte le loro forze in un qualcosa di vivo, è inutile investire denaro su un cadavere.
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