Nostalgici dell’heavy metal, a me! Sto per presentarvi un gruppo che sembra uscito dalle sabbie del tempo, lontano lontano, in quei mitici anni ’70 (
sembro Gianni Minà…) in cui i Sabbath gettavano i semi della nostra musica preferita. Eh sì, perché ascoltando “
Warp Riders” dei
The Sword verrete risucchiati in un buco spazio-temporale, in cui le composizioni sono sature, belle pesantoccie e grasse, con quelle belle chitarrone che tanto piacciono a voi. Se dovessi paragonarveli a qualche band del momento, mi piacerebbe definirli una sorta di strano ibrido tra Slough Feg, Corrosion of Conformity e Wolfmother, per toccare la parte più commerciale. Ma vi assicuro che, in questo pseudo-concept fantascientifico, di commerciale c’è ben poco; i riffoni si susseguono maestosi ed imponenti, e c’è poco spazio per star lì a guardare la finezza, qui conta la massa di suono creata, cosa che ai The Sword riesce bene. Highlights per me
“The Chronomancer”, in entrambe le sue parti, la possente
“Arrows in the Dark”, una “
The Warp Riders” che sembra una outtake da “Killers” dei Maiden…
Spero di avervi fatto capire di cosa stiamo parlando qui, ovviamente scordatevi la diversità, qui i brani sono l'uno la continuazione logica dell'altro, in un continuum artistico-stilistico che può fare la gioia, o la disfatta, dei The Sword. Disco caldamente consigliato ai nostalgici dell’heavy metal; amanti di finezze e musica ricercata o iperprodotta, stare alla larga.
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