Kaledon - Legend Of The Forgotten Reign - Chapter 6: The Last Night On The Battlefield

Copertina 6,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2010
Durata:42 min.
Etichetta:Scarlet
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE WAY TO HOME
  2. LAST DAYS
  3. POWER IN ME
  4. COMING BACK TO OUR LAND
  5. SORUMOTH
  6. SURPRISE IMPACT
  7. BLACK CLOUDS
  8. DEMONS AWAY
  9. MAY THE DRAGON BE WITH YOU

Line up

  • Marco Palazzi - Vocals
  • Tommaso Nemesio - Guitar
  • Alex Mele - Guitar
  • Paolo "Animal" Lezziroli - Bass
  • Daniele Fuligni - Keyboards
  • David Folchitto - Drums

Voto medio utenti

Giunge (forse?) a termine la lunghissima saga dedicata a "Legend Of The Forgotten Reign", iniziata nel lontano 2002 con il debutto "Chapter 1: The Destruction" ed arrivata dopo ben 8 anni al sesto episodio intitolato "Chapter 6: The Last Night On The Battlefield", che vede anche i romani Kaledon premiati dal contratto con la nostrana Scarlet.

Dopo "Chapter 5: A New Era Begins" del 2008, che vide l'ingresso del nuovo vocalist Marco Palazzi ed un deciso cambio di stile dal power metal becero ma efficace degli esordi verso un metal più classico e tendente all'hard rock era lecito attendersi un ulteriore passo in questa direzione, ed onestamente così è stato, sebbene il disco mi sia stato presentato come un ritorno alle alle sonorità degli anni scorsi, quelle sonorità che hanno trovato la loro consacrazione con gli ottimi capitoli 3 e 4 della saga, ovvero "The Way Of the Light" del 2005 e "Twilight Of The Gods" dell'anno successivo.

Ho ascoltato "The Last Night On The Battlefield" più e più volte ma sinceramente non sono riuscito a riscontrare questo comeback, nonostante conosca i loro dischi passati come le mie tasche; questo da una parte è un bene, sia perchè sarebbe stato illogico farlo dopo solamente un disco sia perchè non si sarebbe sfruttata a dovere la voce calda e profonda del nuovo singer, dall'altra i fans della prima ora come il sottoscritto rimpiangono sempre un po' i tempi di "Inexorable Light" o "Vultures in the Air" ma il passato è passato ed è quindi il caso di guardare innanzi e pensare alla qualità del nuovo album che, va detto chiaramente, è assolutamente in linea con quello del precedente.
Semmai si può riscontrare un indurimento del sound (sempre ottimo grazie all'eccelsa produzione di Giuseppe Orlando negli Outer Sound Studios) rappresentato al meglio dalla rocciosa "Sorumoth", quasi death metal per attitudine nella growlante strofa prima di giungere al liberatorio chorus, ma nulla più.

L'iniziale "The Way to Home", insieme a "Power in Me" e la terremotante "Surprise Impact", è quella che maggiormente riconduce al passato, specialmente nel chorus, presentando tempi mozzafiato e cori epici, mentre la cadenzata "Coming Back to Our Land", impreziosita ad un ottimo arrangiamento di hammond, rappresenta al meglio l'anima più ragionata dei Kaledon e si candida ad uno dei migliori brani del lotto.
Meno brillanti, ma comunque apprezzabili, "Last Days" e la rockeggiante "Black Clouds", mentre la conclusiva "May the Dragon Be with You" è, come chiarisce perfettamente il titolo, una sorta di inno sparato a 200 all'ora in indiscutibile Kaledon-style, sebbene non coinvolga come "Great Night in the Land" o "Out of the Ground".
Non vi nascondo invece che sono stato assalito dai brividi ad ascoltare, in chiusura di album, l'incipit della vecchia "The Calling" a suggerire un nuovo inizio della storia.

In definitiva un altro buon disco da parte dei Kaledon che sono sempre più in salute e decisi per la loro nuova strada.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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