Se vi piacciono i Mastodon, i Mose Giganticus fanno proprio al caso vostro. Praticamente una one-man band di
Matt Garfield, che si occupa un po’ di tutto: canta, suona quasi tutti gli strumenti, produce, scrive, ed ha pure inventato un pullman ecologico con cui la band si sposta durante i tour, giuro, non scherzo!
Insomma, un artista eclettico, che ad ogni uscita della band recluta nuovi elementi, per dar vita a quella che è la sua idea musicale del momento. E “Gift Horse” parte da una copertina stupenda per regalarci 30 minuti scarsi di metal pesante, compresso, figlio bastardo di doom e sludge; Matt si serve moltissimo del keytar, per creare effetti iperrealistici con la sua voce, ed usufruisce di un muro sonoro di supporto ai suoi viaggi malati e stralunati, che ben si incastra con le composizioni del polistrumentista. Ciò non toglie che la proposta sia più che derivativa per chi ama Mastodon e compagnia danzante, ma questo dischetto ha la caratteristica di saper affascinare al primo ascolto. L’opener “
Last Resort” ha già in sé tutto quel che vi è dato sapere sui Mose Giganticus: chitarre enormi e ribassate, un cantato urlato e malato, una sezione ritmica lenta e pesante, et voila, il gioco è fatto. Le altre composizioni ben poco si discostano dalle coordinate appena tracciate, se non per incursioni effettistiche alla voce, o per stacchi più vicini al metal prog, ma sempre rigorosamente sulle corde più grossette della vostra fidata chitarra elettrica.
Merita un ascolto, forse anche due, forse anche di più.
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