Mark Boals, Tony MacAlpine, Virgil Donati, Vitalij Kuprij e Philip Bynoe: quando cinque musicisti di questo calibro si trovano sullo stesso palco per dar luogo a un concerto memorabile, nessun metallaro degno di tal nome dovrebbe mancare. Ma visto che Tokyo è un po' troppo lontana per la maggior parte degli appassionati italiani, si può solo sperare che eventi di questo genere vengano registrati e messi a disposizione di ogni amante della musica. Ed è proprio questo il grande merito della Frontiers, che nell'autunno 2003 ci propone questo doppio cd, uscito già lo scorso anno ma che fino ad oggi era disponibile soltanto tramite importazione, purtroppo ad un prezzo esorbitante. Il live in questione si è tenuto il 21 febbraio 2002 al Shibuya on Air East di Tokyo, due ore intense di concerto e una scaletta ben assortita, che per ragioni cronologiche non comprende il secondo disco del gruppo (“Dreamtower”), non ancora uscito all'epoca. Il primo cd propone le migliori canzoni del primo album dei Ring of Fire (“The Oracle”) e alcune del disco solista “Ring of Fire” di Boals (“Death Row” e “Atlantis”), dal quale è nato il nome della band. La prima parte di questo live si conclude con un bell'assolo di Tony MacAlpine, più basato su velocità e pulizia di esecuzione incredibili che sul feeling. Il secondo cd vede, oltre ai migliori episodi di Boals solista (“Keeper of the Flame”, “Ring of Fire”, “Bringer of Pain”), numerosi assoli (eccellente quello dello strepitoso Virgil Donati), una canzone inedita (“Leviathan”), un omaggio a Beethoven da parte di Vitalij Kuprij (“Moonlight Sonata”) e un Boals inedito che si cimenta con la lirica italiana (“E Lucevan le Stelle”) con buoni risultati. E' anche presente un messaggio vocale dello stesso Boals, che ringrazia l'ascoltatore e gli augura di provare, durante l'ascolto del disco, le stesse emozioni che gli ha dato questa esperienza. La performance del gruppo è ottima: perfetta dal punto di vista strumentale, i virtuosismi neoclassici vengono riproposti con grande perizia e passione. Solo due le note negative. Il rumore del pubblico è quasi completamente tagliato fuori dalla produzione, e questo potrebbe incidere negativamente sul coinvolgimento: è più che altro una questione di gusti. La produzione stessa non è ottimale, ma comunque più che dignitosa. Il risultato complessivo è quindi decisamente buono, uno dei migliori live che mi è capitato di sentire quest'anno, e che per questo motivo è consigliato sia ai fan del gruppo sia a chi si vuole avvicinare per la prima volta alla musica di Mark Boals e dei Ring of Fire.
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