Terzo album in tre anni per i finlandesi
Amberian Dawn, sempre più aggrappati ad un symphonic power metal, in cui è la voce della mezzosoprano
Heidi Parviainen a condurre le danze. Ma, ancora una volta, sento di trovarmi di fronte ad un lavoro che non riuscirà a far breccia nel cuore dei metal fans. Perché? I motivi potrebbero essere tra i più disparati, ma i più importanti, a mio avviso, sono un momento compositivo non felicissimo, che rende le canzoni troppo simili l’una all’altra, ed una generale poca o nulla voglia di elevarsi al di sopra dei cliché del genere, per provare quantomeno a proporre qualcosa di nuovo. Ed invece no: questo disco non può piacere ai non estimatori del genere, essendo decisamente troppo “di parte”, dalle composizioni agli arrangiamenti, né può attirare le masse di
symphonic operistic female vocal gothic power melodic (ebbastaaaa) metal fans, che di sicuro troveranno gli Amberian Dawn spanne sotto ai vari Nightwish, Within temptation e compagnia danzante. Per chi vi scrive, questo genere è uno di quelli che rischia pesantemente l’estinzione, per mancanza di idee, per una generale asfissia di proposte nuove: niente, all’orizzonte, sembra mostrare segni di ravvedimento, e quando anche le nuove leve, come questi Amberian Dawn, si limitano a fare bene il compitino, senza metterci un briciolo di originalità e di Arte, la cosa si fa preoccupante. Morale della favola: ascoltate e guardare il singolo “
Arctica”, e fatevi da soli un’idea di cosa vi riserverà “
End of Eden”, traete le vostre conclusioni, forza su che domani interrogo!
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