Copertina 8

Info

Anno di uscita:2010
Durata:45 min.
Etichetta:AOR Heaven
Distribuzione:Frontiers Records

Tracklist

  1. SHOUKAI (INTRO) / TOKYO RAIN
  2. BROKEN HEARTS WON'T LAST FOREVER
  3. WE'VE GOT THE WINGS
  4. CROSS TO BARE
  5. DON'T FAIL ME NOW
  6. SPIRIT OF FIRE
  7. SHADOWS OF LOVE
  8. ONE MORE DAY
  9. CHANGE OF PASSION
  10. FIRE & ICE

Line up

  • Julez Millis: vocals
  • Enzo Almanzi: guitar
  • Trent Wilson: bass
  • Xavier Millis: keyboards
  • Jim Naish: drums

Voto medio utenti

Non vantano precedenti incredibilmente illustri, non sono una band di ritorno dagli anni ’80 (anche se per l’assoluta competenza e la grande sicurezza, lo potrebbero sembrare), arrivano da una terra non particolarmente “promessa” per la musica che propongono, si chiamano White Widdow e sono uno scintillante ambasciatore del pomp/AOR.
Spirito “radiofonico” evoluto, eccellente tecnica strumentale, sostenuta da chitarre nitide e taglienti, da una voce dotata di un impeccabile spettro timbrico e da una profusione di estetizzanti tastiere, sono le caratteristiche fondamentali di quest’esordio sulla lunga distanza del sorprendente quintetto australiano, capace di offrire agli estimatori del genere un programma di enorme gusto e caratura compositiva, palesemente sviluppato sulla lezione dei maestri, ma anche talmente disinvolto e pertinente da apparire davvero impressionante.
Preparino i cardiotonici, dunque, i fans di Aviator, Surgin, Bon Jovi, Bystander, White Sister, Survivor, Dokken (soprattutto nelle chitarre del paisà Enzo Almanzi), Giuffria e Treat, poiché in “White widdow” troveranno tantissime causali in grado stimolare una benefica tachicardia del loro pomposo cuoricino, alcune anche parecchio familiari, ma non per questo meno intense e prepotenti.
Apre la selezione dei potenziali rischi d’infarto, dopo l’intro denominato “Shoukai”, “Tokyo rain”, coacervo d’impatto melodico, eleganza e forza, segue “Broken hearts won't last forever”, illuminato rimaneggiamento della grande tradizione AOR, mentre “Cross to bare” sembra quasi opera del divino Mangold, tanto è coinvolgente e valorosa nella sua compiuta sfarzosità.
Cosa dire, poi, di “Don't fail me now”, fatta di una pulsante e ispirata materia tra Danger Danger e Journey, di “Spirit of fire”, preziosissima gemma degna dei migliori Treat, della struggente ballatona “Shadows of love”, uno “spezza-cuori” privo di retorica, di “Change of passion”, di cui andrebbe fiero pure un’autorità come Jim Peterik e di “Fire & ice”, che ci mette davvero un istante a entrare in circolo, grazie ad un tracciato armonico e a un chorus istantanei e piacevolmente ruffiani? Che sono canzoni oltremodo emozionanti, da ascoltare a lungo senza cenni di noia, che attingono a piene mani dai “classici” e li filtrano con vivida esuberanza e valori tecnico-creativi piuttosto elevati.
Il lavoro di Martin Kronlund (Overland, Joe Lynn Turner, Hammerfall, Bangalore Choir) in sede di masterizzazione e missaggio, conferisce il giusto risalto sonoro ad un disco notevole che vi consiglio caldamente d’inserire subito nella vostra paradisiaca collezione, proprio accanto ai faraoni (in seta bianca, com’era solito dire un certo Beppe!) del settore … saranno orgogliosi di avere vicino un “giovane” discepolo così devoto e intraprendente.
Recensione a cura di Marco Aimasso
White Widdow - White Widdow

.....dall Australia con furore!! Questo esordio dei White Widdow è uno smeraldo allo stato puro!!! Cross to bare, Change of passion & Shadows of Love....per citarne 3. Tastiere e melodia all ennesiama potenza. Fantastico!

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