“
Dear staff of Metal.it magazine, we are Zero Division, a young Glam Rock band from Germany. […]”
La cordiale auto-presentazione del gruppo, a intestazione del
flier inviato a supporto del loro primo Ep, mi aveva predisposto all’ascolto di una band impegnata nel tentare di rivitalizzare i campioni
settantiani del genere, oppure i loro figli degenerati degli
eighties, magari andando ad ingrossare le fila dei rappresentanti della cosiddetta “new street generation” un fenomeno piuttosto significativo un po’ in tutto il globo terraqueo.
E invece, sorpresa, niente Sweet, Bowie e Marc Bolan, nessuna rivisitazione di New York Dolls, Aerosmith, Alice Cooper, Hanoi Rocks, Motley Crue, Poison o Guns n’ Roses e nemmeno di Buckcherry, Wig Wam, Big Cock e Crystal Pistol, o meglio solo pochi bagliori di quei suoni così viziosi e infuocati sono reperibili nei trentacinque minuti di “Through the night”.
Siamo, infatti, al cospetto di un gruppo che sicuramente apprezza quel tipo d’immaginario, ma che al tempo stesso deve avere anche tante altre passioni musicali, tali da influenzare in maniera eloquente la sua formula espositiva.
Innanzi tutto, il rock degli Zero Division privilegia la componente più
agrodolce e crepuscolare del genere glam, poi non disdegna né il punk melodico, né la synth-wave e infine dimostra di gradire anche l’istantaneità dell’hard “radiofonico”.
Il prodotto “finito” potrebbe essere presentato, dunque, non senza un
pizzico di gusto per l’iperbole che tanto piace a noi
scribacchini, come una fusione tra Vain, Bad Religion (per certe soluzioni armoniche e vocali), Lords Of the New Church, Danger Danger e Scorpions (soprattutto per alcuni guitar solos), con sporadiche puntate fino a Depeche Mode e Human League (“Rain (not on me)”) e anche se c’è, senza dubbio, ancora un po’ di lavoro da fare per mettere a “fuoco” tutta questa bella “robetta”, è necessario rilevare le buone capacità dei nostri crucchi nel districarsi tra le numerose
pulsioni e nello scrivere canzoni piacevoli, facilmente memorizzabili e non stucchevoli, capaci di divertire e appassionare con discreta intensità.
“Through the night”, “Frozen heart”, "Children of the void” e poi ancora "Dreamland” e “Supersonic proving grounds ” (due pezzi piuttosto gustosi, tra allusioni AOR, hard-rock e nwobhm) sono brani che, sfruttando un uso assai sagace delle tastiere e l’ausilio di una voce piuttosto espressiva, colpiscono al primo ascolto e anche se non rappresentano una
straordinaria novità, appaiono freschi e gradevoli, dimostrando di essere in grado di “sopportare” anche l’ascolto reiterato senza troppe flessioni.
Non rimane che attendere un album vero e proprio, che gli Zero Division, sulla base di quanto realizzato in questo dischetto, si sono certamente meritati di fare … auspicando in un autorevole e adeguato patrocinio e in una totale
focalizzazione dell’interessante progetto.
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