Ancora i Falconer, ed ancora un album di Power Metal tra il folk ed l'epico. "The Sceptre of Deception" si mantiene allineato con quanto proposto sinora dal gruppo svedese, dapprima con il debutto "Falconer" e l'anno scorso con "Chapters from a Vale Forlorn", senza offrire molto di nuovo. E questo è forse il suo solo limite. Chiariamo subito a scanso di equivoci: si ripeteranno, ma lo fanno dannatamente bene. L'aver perso uno dei punti di forza dei precedenti lavori, e mi riferisco al cantante Mathias Blad che ha preferito tornare a dedicarsi ai musicals, non ha creato nemmeno troppi scompensi ai Falconer, dato che Kristoffer Göbel (anche dei Destiny) è un buon singer e si rende autore di un'ottima prestazione. Da segnalare ai nostalgici che Blad canta per intero la breve e acustica "Child Of Innocence", e fa qualche apparizione qua e là su diversi brani. Sempre a livello di formazione troviamo poi il definitivo arruolamento dei due musicisti Anders Johansson e Peder Johnsson, entrati nei Falconer in occasione delle date live tenute quest'estate. Per la prima volta siamo di fronte ad un concept, sulla tragedia che colpì la casa reale svedese attorno al 1300, e questo potrebbe giustificare certi passaggi più oscuri rispetto al passato, come per "Under The Sword", cadenzata e dal piglio ottantiano o per la teatrale "Night of Infamy", che dopo un inizio delicato stringe i tempi svelando ottimi spunti vocali e toni epici. Atmosfere presenti anche nella seguente "Pledge For Freedom", dove richiamano qualcosa dei Blind Guardian, la velocità trova invece sfogo con "Trail of Flames" e su una "Ravenhair" impreziosita da alcune lead vocals femminili e da un grande coro. Il meglio arriva con la titletrack. "The Sceptre Of Deception", dall'ottimo inizio veloce e melodico, è un brano piuttosto articolato, vocalmente e musicalmente, ma sicuramente avvincente. Come ho sottolineato in apertura di recensione, "The Sceptre of Deception" punta il dito su quella che parrebbe la staticità di un gruppo che, forse appagato, si sta "cullando" dei risultati raggiunti già con il primo album. Ad ogni modo, non saranno riusciti a superarsi ma i Falconer si confermano, ancora una volta, almeno una spanna superiori alla maggior parte dei gruppi delle ultime generazioni.
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