Dalle ceneri degli Ashes Mortality nascono nel 2005 i
My Silent Wake.
Autori di un doppio album nel 2006, un ambizioso progetto in cui la band cerca [e trova] il connubio tra pezzi più duri ed intensi e pezzi strumentali, più riflessivi e cupi, tornano con un nuovo interessante lavoro.
Il loro "
IV Et Lux Perpetua" si presenta come un buon prodotto depressive/melancholic gothic/doom. Il genere è molto controverso e pesante [non ascoltatelo se siete depressi], però, ironia a parte, è un'ottima e soprattutto non già sentita soluzione: siamo stanchi dei soliti prodotti precotti!
Non sono d'accordo col definirli, come loro stessi hanno fatto, una doom metal band; trovo, piuttosto, che il loro sia un death metal di quello moderno e fortemente contaminato dal gothic e dal black metal, quest'ultimo in particolar modo per quanto riguarda lo stile vocale e le chitarre.
Al cantato roccioso del frontman/chitarrista
Ian Arkley, si interseca la melodiosa voce della bassista
Andi Lee che, con le sue note alte e risonanti, ammorbidisce il pezzo rendendolo più soffusamente melanconico.
Il mondo descritto dai My Silent Wake è un mondo fatto di
miseria,
malattia ed
oscurità. Imperano pessimismo e tristezza e le inquietudini dell'animo riaffiorano, soffocando. Ma, nonostante tutto intorno sembri oramai privo di vita, dentro l'animo umano c'è ancora un bagliore di luce. Ed è proprio questa fioca fiamma, che continua ad ardere, che permette ad un urlo graffiato di innalzarsi per chiedere aiuto: "
Lost in darkness, will you save me once again?"
Durante l'ascolto dei pezzi si ha la costante sensazione di essere sospesi tra limbo e paradiso, di essere quasi in un dormiveglia.
Non sai se ciò che sta accadendo attorno a te sia reale o se siano solo incubi, ma sei costretto a vivere questo viaggio fino in fondo.
Ma non per questo dovete cadere nel tranello, immaginando che musicalmente i
My Silent Wake siano ridondanti e noiosi. Tutt'altro!
Il loro sound è molto potente e veloce, trasmette carica e il flusso di cattiveria sonora viene solo momentaneamente interrotto dagli intermezzi melodici puntualmente inseriti a metà delle track.
L'album è difficile da capire, mi ci sono voluti un pò di ascolti per apprezzarlo nella sua interezza, ma fidatevi: ne varrà assolutamente la pena.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?