Copertina 7,5

Info

Genere:Guitar Hero
Anno di uscita:2010
Durata:57 min.
Etichetta:Mascot

Tracklist

  1. FUZZ UNIVERSE
  2. OLYMPIC
  3. COUNT JUAN CHUTRIFO
  4. BACH PARTITA IN DM
  5. BLUE ORPHEUS
  6. WILL MY SCREEN DOOR STOP NEPTUNE
  7. PROPELLER
  8. DON'T RAIN ON MY FIREWOOD
  9. PLASTIC DRACULA
  10. BLOWTORCH
  11. MANTRA THE LAWN
  12. BATTER UP

Line up

  • Paul Gilbert: guitar
  • Craig Martini: bass
  • Emi Gilbert: keyboards
  • Jeff Bowders: drums

Voto medio utenti

Che personaggio Paul Gilbert… Riesce sempre a prendersi non troppo sul serio, tant’è che se aprite il booklet a fisarmonica del cd ci sono le sue parole che ci spiegano come questo album l’abbia quasi fatto impazzire, perchè ci sono troppe note, e lui ha dovuto prima trovarle tutte e poi metterle insieme nel modo giusto, ed è stata una faticaccia… ma lui ama le note… Simpatico siparietto a parte, non ha tutti i torti Gilbert. “Fuzz universe” è il suo terzo album interamente strumentale, ancora una volta per Mascot Records, e la prima cosa che salta alle orecchie è che questa volta il buon Paul si sia un attimino lasciato prendere la mano e abbia dato libero sfogo al suo lato più shredder, visto che già dalla titletrack, posta in apertura, un milione di note ci assale e ci sommerge, per un brano dal sapore vagamente racer-xiano. Fortunatamente Gilbert è un musicista intelligente, e quindi anche quando decide di spingersi al limite sa sempre come farlo, e cioè con estremo gusto, ma questa non è certo una novità. Come dice lui stesso, sul suo sito ufficiale, “I put all my heart and soul into it”, e non è solo una trovata pubblicitaria, visto che anche nei momenti più spinti, quando le note esplodono a milioni, Paul riesce a non essere freddo e distaccato, come spesso capita in questi casi, ma, al contrario, a trasmettere emozioni, così come sapiente è l’uso degli effetti, presenti massicciamente, ma dosati nel modo corretto. Se a questo aggiungete la poliedricità della proposta, che passa con disinvoltura da una sonata di Bach al funky al rock più scanzonato e addirittura al surf, senza tralasciare richiami zappiani ed hendrixiani, capirete che, ancora una volta, l’album merita ben più che un misero ascolto di sfuggita su MySpace o YouTube, come purtroppo sempre più frequentemente capita. Ed è proprio questo aspetto che arricchisce, e di molto, “Fuzz universe”, in quanto non si sa mai cosa succederà di lì a poco, ogni brano vive di vita propria, ma senza per questo risultare un mero collage di varie influenze messe lì a caso. Queste cose Gilbert le lascia ai pivellini, non sono certo errori in cui può incappare un chitarrista del suo calibro. Mi rendo conto che chi legge si starà chiedendo come mai parlando di Paul vengano sottolineate per lo più sempre le stesse cose. Beh, la risposta è semplice, perché è questo che sprigionano i suoi dischi. E se proprio vogliamo aggiungere qualcosa di nuovo, direi che “Fuzz universe” in più ai suoi predecessori ha una solarità di fondo che lo rende piacevolissimo, lo lascia ascoltare con piacere, e devo ammettere che dopo ore e ore di death, black, thrash e chi più ne ha più ne metta, è un piacere far rilassare le orecchie con sonorità del genere, ti fa stare in pace con te stesso per un’oretta. Cos’altro aggiungere… Brani come “Propeller”, “The count Juan Chutrifo” o “Batter up” parlano da soli, le parole sono inutili, e mai come in questo caso non potete che darmi ragione, visto che stiamo trattando un album strumentale. Basta la chitarra di Gilbert a parlare, piangere, soffrire, gioire, ridere. Tutto il resto non serve…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 22 nov 2010 alle 16:16

Grande Paul, il migliore di tutti.

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