Rieccoli...Secondo appuntamento con le ristampe, per la serie
Rare Classics, con cui la SPV sta riportando alla luce la discografia dei
Mass.
Dopo "Angel Power" tocca, infatti, a quello che già ai tempi ne fu il successore, "Swiss Connection", che ne subisce lo stesso trattamento da parte dell'etichetta tedesca, e potrei quasi dire anche il medesimo giudizio, se non fosse che dobbiamo registrare diversi cambiamenti.
Innanzitutto il sound si è svecchiato e snellito, come appare subito evidente con l'opener "Time Runs Out", dove la chitarra di Detlef Schreiber si fa ben affilata, lasciando lo spazio per un accostamento ai primissimi Krokus e Judas Priest o ai Rose Tatoo. Non sarà altrettanto veloce, ma anche la seguente "Trucking" lascia intravedere una formazione che ha saputo trasformarsi, e non manca nemmeno una bella dose di Blues su "Red Lights + Whiskey" (episodio sfacciatamente alla AC/DC). Ed è, grossomodo, su queste linee d'azione che si snoda anche il resto del disco, dove meritano un commento e magari un ascolto, la ruvida "Dead End Rider/Back Street Fighter" e la lenta e sofferta "Fade Out (19.2.1980)" dedicata al povero Bon Scott (mancato proprio il 19 febbraio 1980).
Giusto per la cronaca, l'album è stato registrato in Svizzera, e da qui credo il titolo, nei New Sound Studio sotto la supervisione di Martin Pearson, già noto per la sua collaborazione con i già citati Krokus, in occasione del disco di platino "Metal Rendezvous".
Senza far gridare al miracolo, "Swiss Connection" è sicuramente un lavoro migliore del suo predecessore.
... ma continuo ad essere della stessa opinione!
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