Direttamente da O.C. [e non parlo della serie televisiva, per fortuna, ma della omonima contea californiana] i
Phobia ci propongono, ancora una volta, con il loro ultimo EP, un grind bello ignorante e politicamente scorretto.
La loro combinazione di crust punk e hardcore, unita alla potenza ed alla brutalità del grind, contribuisce a dare un'impronta molto decisa e sporca al sound della band, che si conferma essere una delle più significative rappresentanti del genere, non solo per longevità [ben venti anni di carriera musicale alle spalle], ma anche per la coerenza dimostrata in questi quattro lustri di fedeltà, musicale ed attitudinale, al lessico grind.
E, giusto a prova di quanto appena detto,
Unrelenting è un lavoro veloce, velocissimo, in cui l'urlo assolve al suo più primitivo significato, quello di sfogare nervosamente una rabbia latente, e in cui l'approccio di derivazione punk è reso da un'immediatezza portata qui ai suoi livelli più estremi. Per immediatezza s'intende sia la franchezza delle lyrics e dei titoli delle tracks, sia la spontaneità nell'articolazione dei pezzi stessi.
Chi potrebbe essere in disappunto perchè i
Phobia azzardano nello stilare una tracklist in cui i brani vanno da una durata massima sempre al di sotto dei due minuti ad una durata minima anche di pochi secondi, ha poco da essere polemico: i
Naplam Death con la loro "
You, Suffer" ci hanno insegnato che non è necessario arrivare ad un minuto di esecuzione per dire qualcosa, sono tutte solo convenzioni ed in quanto tali non è detto che debbano essere rispettate. Anzi.
E' nello spirito crust/grind essere controcorrente e sfatare chi fa delle convenzioni le proprie convinzioni.
Ed è proprio ciò che ripropognono i
Phobia, ad esempio, con la esplicita e concisa "
Soon", che con i suoi 6 secondi diventa di diritto la track più corta dell'album.
Adoro le sfuriate di chitarra e di batteria e adoro l'anarchia che trasuda da questo genere musicale, che annovero senza alcuna ombra di dubbio tra i miei generi preferiti in assoluto. E' proprio lo spirito sfacciato che hanno le band che aderiscono al filone che mi ha sempre entusiasmato e che i
Phobia dimostrano di avere in pieno. E' palese il loro voler suonare per il puro piacere di farlo, per comunicare, per denunciare, per essere irriverenti e violenti [musicalmente]; zero virtuosismi, quelli lasciamoli ai gruppi power/prog. Qui solo genuinità ma con una sempre ottima maestria tecnico-musicale.
Wheat not meat, thrash not cash, dirt not hurt! In grind we crust!
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?