Certo che, dopo nemmeno un anno di attività, essere in grado di esordire con un album di spessore e qualità non è cosa da tutti.
Ad ogni modo agli inglesi
Order Of Voices la cosa è riuscita con disarmante facilità.
Il loro autointitolato album d'esordio è incentrato su un elegante Progressive Rock che sa essere intenso e graffiante, come confermano i chiaroscuri di "For Me", brano che non solo apre l'album, ma è anche il modo migliore per entrare in contatto con gli Order Of Voices e con la bella e convincente voce del loro cantante, Leigh Oates, che qui ritrovo decisamente più a suo agio rispetto alla collaborazione con i Rise To Addiction, dove peraltro milita anche il batterista Aynsley Dickinson.
E' subito evidente come non ci sia molto di
Metal nella musica degli Order Of Voices, ma se apprezzate gruppi come A Perfect Circle, Oceansize e Tool, sfiorati da flebili rimandi ad Alice In Chains e Queensryche, potrebbero piacervi.
Su "Burn Black Light" e "Forgiveness" troviamo qualche sfumatura alla Soundgarden, ma gli si fanno preferire l'ariosa e maggiormente incisiva "Reaching Down" e la delicata "What I Breathe" (decisamente più riuscita dell'altro lento, "Then Fall"), che in rapida successione vanno a definire quello che è il momento migliore del CD.
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