Questo gruppo è un progetto di Kenny Hickey, chitarrista ex-Type 0 Negative, la nota band fondata dal compianto Pete Steele che ottenne buon successo verso la metà degli anni ’90.
Di quel periodo i
Seventh Void conservano un’attitudine molto dark rock, nel senso di atmosfere ricche di tensione oscura che affondano le radici nei Black Sabbath e nei loro discepoli settantiani, però si mantengono assai distanti dalle costruzioni particolari e teatrali di lavori come “Bloody kisses”. Il presente album d’esordio resta invece entro confini più classici aderendo ai canoni del doom rock, specie dove il ritmo rallenta e le linee vocali diventano cupe e severe (“The end of all time, Death of a junkie”). Altri brani puntano su caratteristiche prettamente heavy, mid-tempo poderosi che mi hanno ricordato gli ultimi Candlemass, vedi la title-track e l’elegante “Shadow on me”. Forse l’aspetto più inatteso della formazione è la venatura di fiera aggressività che porta ai Soundgarden, un’eco hard/grunge piuttosto marcata nel modo di cantare di Hickey ed in particolare presente nei due episodi che aprono e chiudono il disco.
L’album mantiene un buon livello d’interesse, senza nette cadute di tensione, visto che l’esperto quartetto svolge bene le proprie cadenze inesorabili e non dimentica di curare il lato rigorosamente melodico del sound. Piuttosto manca ancora il guizzo di brillantezza e personalità che è lecito attendersi da musicisti di provata levatura come questi. Esordio comunque soddisfacente, che ha permesso ai Seventh Void di accompagnare i Monster Magnet nel loro tour europeo per promuovere il nuovo “Mastermind”.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?