Nel suo digipack oscuro e minaccioso, troviamo "Sever the Sun", primo MCD per gli
Otivm, quintetto friulano che si cimenta in un Death Metal che cercano di personalizzare con innumerevoli cambi di tempo ed incursioni Jazz, ma sopratutto con ampio dispiego di break acustici e momenti intimisti.
La partenza è comunque al fulmicotone: "A Heap of Broken Images" è palesemente aggressiva, nella musica e nel cantato gutturale di Giovanni Faidutti, ma la
normalità sfuma dopo nemmeno un paio di minuti con l'apparizione di accenni Jazz e parti melodiche che si alternano, con risultati certo spiazzanti ma comunque positivi. Gli stessi effetti che poi raggiungono sia "Idols of Ashes" sia "Portrait", due brani che non smentiscono il percorso musicale intrapreso dagli Otivm. Quando Faidutti si propone con la voce pulita, sembra richiamare un po' quella di James Hetfield, tuttavia manca della profondità e del pathos drammatico necessari in questi frangenti, e la cosa appare ancora più evidente nella seconda parte della già citata "Portrait" o su "Silence and Awakening", quando rinuncia completamente al cantato aggressivo scegliendo di fluttuare su un azzeccato intreccio di chitarre che si rincorrono per tutto l'arco del pezzo, solo all'apparenza semplice.
Non lascia invece spazio ad alcun dubbio la conclusiva "The Dividing Veil", che nei suoi nove minuti abbondanti rimarca la vena Death Progressive degli Otivm, che nell'occasione piazzano anche la miglior testimonianza della propria proposta musicale.
Sebbene in qualche passaggio gli Otivm appaiano un po' slegati, e negli assoli le chitarre non sempre convincano del tutto, "Sever the Sun" è un primo passo di tutto rispetto.
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