Copertina 7

Info

Anno di uscita:2010
Durata:34 min.
Etichetta:Suburban Sky
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. IN FAMIGLIA
  2. TRE METRI
  3. LA BALANçOIRE
  4. MI SEMBRA TUTTO DI GRANO
  5. TEMPORALE
  6. TURCARET
  7. SIAMO DUE
  8. SANGUINO PER TE
  9. OGGI CADONO LE FOGLIE

Line up

  • Tommaso Massimo: vocals, guitar, piano
  • Marco Gallenga: violin
  • Piero Spitilli: bass
  • Richard Cocciarelli: drums
  • Marco Superti: guitars
  • Simone Graziano: piano on “La balançoire”, “Oggi cadono le foglie”
  • Mirko Guerrini: accordion on “La balançoire”
  • Eloisa Manera: violin on “Oggi cadono le foglie”
  • Giulia Nuti: viola on “Turcaret”
  • Francesca Pierpaoli: backing vocals on “La balançoire”
  • Alessio Riccio: percussions on “Turcaret” e “Oggi cadono le foglie”
  • Ferdinando Romano: contrabass on “In famiglia”, “La balançoire”

Voto medio utenti

Potremmo identificare i fiorentini Petralana come qualificati pretendenti allo spirito più libero, inquieto e sensibile della canzone d’autore italiana.
La loro devozione dichiarata (anche nel monicker, tratto dal testo di “Monti di Mola”) a un mito vero come Fabrizio De André, straordinario e geniale poeta ancor prima che ottimo musicista e la scelta d’ispirarsi, per questo “Oggi cadono le foglie”, al “Barone rampante” di Italo Calvino, uno degli scrittori più lucidi e visionari della nostra ricca letteratura, non possono che essere confortanti presupposti per un gruppo che si schiera apertamente nelle file di quegli artisti che sembrano chiedere alla musica di concedere un “suono” alle parole, così essenziali, in casi come questi, per una piena forma comunicativa.
Questo non significa che la componente strettamente “suonata” sia stata trascurata, nel disco sono riscontrabili competenza e perizia esecutiva, così come raffinatezza e classe compositive, ma è altresì innegabile che, nell’economia generale, sia l’elemento lirico e concettuale a imporsi su quello sonoro.
Una bella “novità”, forse, per i lettori di una webzine che si chiama fieramente metal.it e che s’indirizza precipuamente a settori stilistici in cui spesso è la forma a prevalere sui contenuti, e anche se oggi i Petralana non sono ancora completamente degni dei loro maestri e dei loro migliori colleghi di settore, il mio consiglio è di non smettere mai, se ci si considera degli autentici musicofili, di essere curiosi, di offrire una chance anche a chi è apparentemente lontano dalle proprie abitudini d’ascolto, senza per questo venir meno ai dogmi della propria fede, qualunque essa sia.
Dopo questa breve divagazione, torniamo al Cd in esame e ai motivi per cui la band toscana merita grande rispetto e tuttavia non mi convince completamente: il fascino delle ambientazioni (compresi i riferimenti ecologisti), lo spessore dei sentimenti (l’amore, la solitudine, la passione, la malinconia, l’incomunicabilità …), il rifiuto delle regole preconcette e la celebrazione delle diversità, tutti temi sostanziali nella narrazione delle vicende del barone Cosimo Piovasco di Rondò, rimangono soltanto abbozzati in questa che voleva ispirarsi, seppur “liberamente”, ad un’opera così significante e impegnativa, le parole non incantano come dovrebbero e anche la leggerezza del linguaggio, lo sguardo ironico tipico di Calvino si disperdono in costruzioni verbali talvolta leggermente farraginose e non sempre adeguatamente solide e fluide.
Anche sotto il profilo musicale, pur alla luce di quanto già affermato in precedenza, siamo di fronte ad un prodotto un po’ troppo lineare e omogeneo, alla fine abbastanza piacevole e suggestivo nelle sue delicate costruzioni tra folklore, bagliori jazz e soffici ballate, e tuttavia poco distintivo.
Nonostante le succitate perplessità, sarebbe ingeneroso disprezzare il lavoro ambizioso e coraggioso dei Petralana, una formazione che, seguendo proprio i suggerimenti dell’autore de “I nostri antenati”, dovrà continuare a cercare la propria strada, l’essenza più autentica della propria anima artistica, incurante dalle aspettative e delle convenienze, contribuendo così alla propria felicità e al progresso del mondo, che seguiterà magari a considerarla una creatura strana ma anche estremamente affascinante.
Pezzi globalmente più interessanti “In famiglia”, la vagamente Capossela-iana “La balançoire”, “Temporale” e la simpatica “Turcaret”, bella la veste grafica e molto curata la parte informativa (che prevede anche un video making of) e promozionale del dischetto.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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