Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2010
Durata:42 min.

Tracklist

  1. RIDING ON THE FIRE STRINGS
  2. MURDER PLAN
  3. DEAD CROW MACHINE
  4. MUSIC, SHE ROCKS!
  5. HERO QUEEN
  6. HELLISH SMELL
  7. IN THE SAND
  8. CIRCLE OF STONE
  9. EMPTY MINDS

Line up

  • Federico Rankin: vocals
  • Jekil Ale Fiore: guitars
  • Valerio Possetto: bass
  • Fabrizio Fornero: drums

Voto medio utenti

I torinesi Yikon sono attivi da circa tre anni, ma i membri del gruppo hanno una solida esperienza con precedenti formazioni del settore. Questo ha permesso loro di autoprodurre il disco d’esordio in una veste davvero professionale e curata in ogni aspetto, dalla brillantezza dei suoni all’elegante presentazione grafica. Ancora più importante, il riscontro musicale è stato positivamente rafforzato dalla salda compattezza del quartetto, un cipiglio da rodati veterani.
La proposta è un heavy ibrido, a cavallo tra lo stoner più metallico ed il metal meno rigido e conformista. Atmosfere cupe e minacciose ed incedere possente, i brani seguono trame precise ma allo stesso tempo godono della basilare elasticità rock senza cedere ad alcuna nostalgia “vintage”. Infatti l’intero disco esprime una moderna matrice di potenza ed austerità, sfoggiando sfumature stilistiche di sicuro effetto. Si passa dalla cornice torva e stoneggiante di “Riding on fire strings” e “Dead crow machine”, che segue la scia dei Down, alle sferzate metal di “Murder plan” o della tellurica “Empty minds” con il suo stacco da torcicollo.
“Music, she rocks!” fotografa invece il lato puramente hard rock degli Yikon, mentre l’ottima accoppiata “In the sand/Circle of stones” si spinge nei tenebrosi territori heavy doom, puntando su riff Sabbathiani e sulla lugubre interpretazione di Rankin, un cantante dal timbro particolare e molto espressivo. Sugli scudi anche il chitarrista Fiore, che si ritaglia il giusto spazio per i suoi variegati solismi, e buona la prova della sezione ritmica per la sua versatilità nell’adattarsi ad esigenze differenti.
In sostanza i quattro piemontesi hanno realizzato un primo lavoro di ottima qualità, in grado di mantenere le sue fresche peculiarità anche dopo ripetuti ascolti. Per delinearne ancora meglio i contenuti, sono i musicisti stessi a segnalare tra le proprie fonti d’ispirazione, oltre a quelle già citate, nomi come Black Label Society, Spiritual Beggars e Metallica, un trio la cui influenza è certamente presente in questo album, pur se in modo velato e nient’affatto derivativo. Non resta quindi che fare i complimenti ai miei concittadini, al di là di puerili rigurgiti di campanilismo, per l’interessante esordio, augurando loro di accasarsi al più presto presso qualche etichetta discografica, visto che lo meritano.

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 13 gen 2011 alle 08:00

ebbravo fabri! mi fate venire voglia di tirare fuori di nuovo l'ampli.....

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