Copertina 7

Info

Anno di uscita:2020
Durata:54 min.
Etichetta:Profound Lore Records

Tracklist

  1. MONSTERS LURK HEREIN
  2. AMONG THE EXALTED
  3. THE SEA AS MY GRAVE
  4. WE ARE THE DEAD
  5. THE LIGHT OF YOU
  6. THE GRAND RECLAMATION
  7. CURSED ARE THE MANY
  8. CHASMIC SORROWS

Line up

  • Hamish Glencross: vocals, guitar
  • Bob Crolla: bass
  • Shaun Taylor-Steels: drums

Voto medio utenti

Album di esordio per i britannici Godthrymm, nati intorno al 2015 su iniziativa di due veterani della scena doom-metal internazionale: il chitarrista/cantante Hamish Glencross (già con My Dying Bride, Solstice, Vallenfyre) ed il batterista Shaun Taylor-Steels (My Dying Bride, Anathema). Dopo alcuni Ep, ben accolti da critica e appassionati, adesso è tempo del primo lavoro su lunga distanza, "Reflections" pubblicato da Profound Lore Records.
Visti i precedenti di questi musicisti, non c'è da stupirsi se questo disco è profondamente devoto al doom più pachidermico e tombale, circondato da un'atmosfera drammatica e pensosa, gravida di suggestioni epico-cimiteriali. Passo costantemente lento e solenne come una marcia funebre dedicata ad antichi dei pagani, riff post-sabbathiani intinti nel metallo più denso, vocals ieratiche e cavernose, ci conducono in un reame di oscurità abissale dove regna soltanto la sofferenza e l'abbandono ad un fato inesorabile. Un sound elegante e feroce al tempo stesso, una sorta di Candlemass depressivi e rallentati che ci conducono verso tenebre insondabili e prive di vie d'uscita.
Nell'iniziale "Monsters lurk herein" c'è già tutto quello che occorre sapere sul trio inglese: lentezza solenne, riff lugubri, vocals poderose e drammatiche (qui addolcite dalla presenza di un controcanto femminile), atmosfera tragica e struggente, vibrazioni melodic-doom cariche di malinconia ed abbandono. Gran brano di elevata qualità. "Among the exalted" gioca sul contrasto tra gli aspetti melodici strumentali e le vocals feroci e sferzanti. Schema ripetuto più volte nel corso del lavoro.
Ecco, se c'è un appunto che si può fare ai Godthrymm è proprio una certa staticità della proposta. I brani risultano tutti abbastanza simili, ed essendo uno stile già abbastanza monocromatico di per se stesso, alla fine il tutto diventa abbastanza pesante e di non facile fruizione. Pezzi come "The sea as my grave" o "Cursed are the many", lumacheschi e monolitici, richiamano tanto i My Dying Bride quanto i Type 0 Negative per quella incombente sensazione di fine imminente, di decadimento inarrestabile e terminale. Per apprezzare questa musica occorre davvero lasciarsi avvolgere, quasi cullare, dalle note grevi, plumbee, della chitarra di Glencross e dalle ritmiche narcolettiche della coppia Crolla/Taylor-Steel, come attraverso il passaggio di un evento luttuoso ed irrimediabile, foriero di emozioni dolorose e strazianti. La morte è l'unico destino che ci accomuna tutti.
La prova è di buon livello, ma fortemente legata ad un sottogenere specifico e non adatto a tutti. Quindi disco consigliato solo agli amanti del doom più criptico e monotematico.

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.