Prodotti e mixati ancora una volta da Dave Chang (che si conferma come uno dei massimi fautori del sound moderno del, chiamiamolo così, 'Core/Emo inglese), i Landmine Spring arrivano al secondo full lenght per Loudspeker (divisione di Plastic Head), mostrando una maggiore sforzo evolutivo ed un lieve aumento della maturazione musicale rispetto al precedente 'Elephantine', ma comunque rimanendo ancora lontani dalle bands che trascinano il genere... le sonorità accostabili agli Earthone 9, agli Helmet, ai Quicksand ed ai Prong si fanno un pochino meno prepotenti (ma comunque sensibilmente palpabili ed evidenti), ma alcune lacune rimangono in fase di songwriting. Riffing standardizzato sui generis, songs pesanti e metallose, ma poco abrasive (a parte un paio di eccezioni, giocate sul mid tempo martellante), ed una voce che fa prestissimo a stancare l'ascoltatore: il growl è più che buono, ma il timbro che Newson si ritrova sul pulito è poco convincente, monotematico e poco dinamico. Una band come tante altre che ha prodotto un dischetto inferiore alla media generale… almeno per mancanza di idee e per la fossilizzazione sullo stesso mood... ma forse non è neanche colpa loro, forse, il tempo per ridare linfa a questo genere non è ancora giunto.
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